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sabato 2 luglio 2022

Mascherine, Bassetti snobba il premio Nobel Parisi: «Come ai Mondiali, tutti commissari tecnici...»

In questi due anni di pandemia di Covid-19 gli esperti ci hanno abituato a dividersi spesso sulle misure di contenimento del virus, tra mascherine al chiuso e all'aperto, Green pass, obbligo vaccinale e chi più ne ha più ne metta. Oggi arriva un nuovo capitolo di questa eterna lotta: da un lato Matteo Bassetti, infettivologo del Policlinico San Martino di Genova, dall'altra addirittura un premio Nobel come Giorgio Parisi. «È assurdo che nell'incontro fra governo e parti sociali si sia ridotto l'obbligo della mascherina: non è sensato ridurre le protezioni sanitarie in un momento in cui l'epidemia di Covid-19 sta aumentando in modo esponenziale», le parole di Parisi, che si dice perplesso sull'accantonamento delle mascherine delle ultime settimane nonostante i contagi siano in forte risalita.

Bassetti snobba Parisi: «Tutti commissari tecnici»

E Bassetti, prima su Twitter poi in alcune dichiarazioni all'Adnkronos Salute, non è d'accordo. «Il Nobel Parisi dice che è 'assurdo ridurre l'obbligo della mascherina'. Io penso che l'oscillazione del neutrino non sia un fenomeno quantomeccanico per cui un neutrino, creato con un certo sapore, non può assumere un sapore diverso al passare del tempo. È la mia opinione…», scrive su Twitter. Un modo scherzoso per invitare tutti a parlare di argomenti di cui hanno conoscenza specifica, spiega poi all'Adnkronos: «È un po' come quando, durante i Mondiali o gli Europei di calcio, tutti fanno la formazione, sono tutti Ct - sottolinea Bassetti - Tutti dicono 'deve giocare tizio o caio', senza nessuna competenza. Il mio è un richiamo forte alle competenze». «Nutro un rispetto straordinario per il fisico, un orgoglio nazionale - precisa l'infettivologo - ma qualche volta si può anche dire che non si risponde di argomenti non conosciuti». Per Bassetti «è assurdo quello che sta succedendo in Italia», dove di mascherine soprattutto «parlano veramente tutti, come grandi esperti».

Il premio Nobel Parisi: «Contagi in crescita esponenziale»

Le parole di Parisi all'ANSA si riferiscono alla decisione presa il 30 giugno nel Protocollo di aggiornamento delle misure anti-Covid negli ambienti di lavoro e reso noto dal ministero del Lavoro dopo il confronto con i ministeri di Salute e Sviluppo economico, Inail e parti sociali. L'epidemia di Covid-19 in Italia è entrata in una «zona di chiaro aumento esponenziale solido e costante da quasi due settimane», aggiunge Parisi, che sta seguendo l'andamento della pandemia fin dagli inizi. «Ci troviamo in una situazione seria, nella quale i casi raddoppiano in poco più di dieci giorni e cominciano ad avere effetti anche sui ricoveri, che fra 10 giorni potranno superare i 10.000 nei reparti ordinari, mentre gli ingressi nelle terapie intensive sono raddoppiati rispetto a un mese fa». È possibile quindi, che gli ospedali possano tornare «in una situazione di sofferenza».

In questo momento, ha osservato Parisi, «non è possibile capire quanti siano i casi reali perché in molti fanno il test a casa e non figurano quindi nelle statistiche»; a questi, si sommano i casi asintomatici, che «nessuno è in grado di stimare quanti siano davvero». Come indicano alcune stime, è possibile che i casi reali siano più numerosi di un fattore 2 o 3, vale a dire che potrebbero essere fra 200.000 o 300.000 al giorno, osserva il Nobel. È difficile, di conseguenza, riuscire a prevedere l'andamento dell'epidemia: «se la crescita dovesse continuare con questo ritmo, a fine luglio potremmo avere fino a 3 milioni di casi al giorno, dopodiché la crescita dovrà rallentare. Il problema - rileva - è quanto in alto potrà fermarsi». A preoccupare, infine, è il persistere dei sintomi per lunghi periodi in alcune persone, il cosiddetto Long Covid,e secondo Parisi «la circolazione elevata del virus potrà portare anche all'aumento dei casi di Long Covid».

giovedì 27 maggio 2021

Morta Carla Fracci, addio alla regina della danza: aveva 84 anni. Nata a Milano, era figlia di un tranviere

Morta Carla Fracci, addio alla Etoile della Scala. Addio alla signora della danza italiana e non solo. Carla Fracci, regina dei palcoscenici mondiali, si è spenta a Milano all'età di 84 anni. Ne avrebbe compiuti 85 il 20 agosto.  Da qualche giorno le sue condizioni di salute erano peggiorate. La camera ardente sarà allestita alla Scala.

Figlia di un tranviere dell'Atm, la Fracci è nata nel capoluogo lombardo il 20 agosto 1936 e a soli dieci anni, nel 1946, inizia a studiare alla Scuola di danza del Teatro alla Scala, dove ha tra gli insegnanti la grande coreografa russa Vera Volkova e dove si diploma nel 1954, per poi proseguire la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York. Dopo solo due anni dal diploma diviene solista, poi nel 1958 è già étoile della Scala. Fino agli anni '70 danza con alcune compagnie straniere quali il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet. Dal 1967 è artista ospite dell'American Ballet Theatre.

La sua notorietà artistica rimane prevalentemente legata alle interpretazioni dei ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, o Giselle, accanto a partner come Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov e soprattutto il danese Erik Bruhn con il quale regala al pubblico un'indimenticabile interpretazione di 'Gisellè da cui nel 1969 viene realizzato un film. La Fracci nel 1964 sposa il regista Beppe Menegatti (da cui ha un figlio, Francesco) che sarà regista della maggior parte degli spettacoli da lei interpretati.


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