martedì 31 maggio 2022

Francesca De Andrè, il racconto choc delle violenze: «Pensavo di morire»

«Pensavo di morire» queste le parole utilizzate da Francesca De Andrè che, adesso, sta meglio. La nipote di Faber, figlia di Cristiano De Andrè, per la prima volta racconta in tv le violenze subite dall’ex compagno. Un incubo durato per anni. A I Fatti Vostri si sfoga dopo l'ultima aggressione che l'ha ridotta in fin di vita.

Salvo Sottile mostra anche la foto della mora con il volto tumefatto, sfigurato per le botte ricevute da Giorgio Tambellini, imprenditore 38enne di Livorno, ed ex compagno di Francesca. L'ultima lite è degenerata in modo definitivo e a salvarla ci ha pensato la vicina che ha chiamato le forze dell'ordine. Solo a questo punto Francesca De Andrè ha trovato le forze e il coraggio di denunciare.

«Volevo creare una mia famiglia - racconta ancora scossa Francesca -. Anche perché quella mia di origine non l’ho avuta realmente, ho avuto un’infanzia travagliata. Nella vita sono diventata crocerossina per il mio passato. Ho conosciuto questo uomo tramite amici in comune. Tra noi è nata una relazione che non è cominciata subito con le violenze. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una situazione del genere. Però non voglio far pena, ma mandare un messaggio importante a tutte le ragazze. Ho toccato il fondo tra la vita e la morte».

«Sono andata a vivere con lui e pensavo a costruire una famiglia. I problemi con lui sono iniziati dopo il reality del Grande Fratello. Lui è scoppiato con fasi on e off. Quando c’era la normalità io lo vedevo come buono e con del potenziale, aveva problemi che pensavo di poter risolvere. Poi ci sono stati avvenimenti sempre più frequenti, lui aveva dei blackout», ha svelato la ragazza.

Francesca ripercorre tutto con lucidità, adesso riesce a farlo, nonostante le lacrime e sottolinea: «C’è stata della violenza forte e della crudeltà. Io mi sono ritrovata in tv a parlare di violenza sulle donne e nel privato vivevo quelle situazioni, ma mi dicevo ‘no la mia situazione è diversa’. Quando i suoi occhi diventavano cattivi erano botte e cominciava senza motivo. La paura mi bloccava e cercavo solo di tenerlo lontano».

Giorgino, così come l’uomo veniva chiamato al GF, quando entrò per cercare di riconquistarla dopo un suo presunto tradimento, l’ha soggiogata. Sottile le domanda perché non lo abbia denunciato prima, lei risponde: «Non lo denunciavo, ma minacciavo di farlo. Lo registravo prendendo con tutta la forza che avevo il cellulare sperando che finisse tutto. Improvvisamente smetteva e mi prendeva da dietro proprio per non farmi reagire. Lui arrivava da dietro a sorpresa per non farmi reagire subito. Voleva eliminarmi davvero. Ero piena di lividi e inventavo che erano dovuti a delle cadute. Stavo chiusa in casa quando le ferite erano troppo evidenti».

Francesca poi parla dell’ultimo episodio, il 21 aprile scorso, quello che ha fatto scattare finalmente la denuncia e l’ha convinta a venire allo scoperto rompendo il silenzio: «L’ultima volta ho avuto tante contusioni e un trauma cranico importante. I giorni di prognosi erano tanti e quindi la denuncia per Giorgio è arrivata d’ufficio questa volta. Quando ho perso i sensi lui ha chiamato i Carabinieri dicendo che lui era stato aggredito e che io mi ero picchiata da sola. Improvvisamente è rientrato a casa e ha continuato a picchiarmi, subito dopo è arrivata la vicina e lui è scappato. Lei mi ha salvata. Mentre mi picchiava e stavo per perdere i sensi ho pensato ‘io a domani non ci arrivo’. Il suo non era un amore tossico, perché non era proprio amore», ha concluso una sconvolta Francesca De Andrè, finalmente liberatasi di un peso che la soggiogava da troppo tempo.  


La bambina nata con il "sorriso permanente": solo 14 casi nel mondo. La madre: «Uno choc, non l'hanno diagnosticato»

Quando la piccola Ayla Summer Mucha è venuta al mondo ha sopreso tutti: i giovani genitori, ma anche i medici più esperti dell'ospedale in cui è nata. La piccola australiana è una delle 14 persone al mondo ad essere affetta da una rara condizione nota come "sorriso perenne", tecnicamente "macrostomia bilaterale". La sindrome comporta un allungamento anomalo ai lati della bocca che dà l'impressione proprio di un sorriso. Dopo l'impatto iniziale - «Per noi è stato un enorme choc», ha detto la madre - la bambina è diventata velocemente una dolce beniamina dei social, poiché i genitori hanno deciso di condividere sue foto e video per sensibilizzare sulla rara condizione. 

«Io e Blaize (il padre n.d.r) non eravamo a conoscenza di questa condizione né avevo mai incontrato qualcuno nato con una macrostomia», ha detto la madre Cristina Vercher, 21 anni. «Ci siamo immediatamente preoccupati», ha continuato. I medici del Flinder's Medical Center di Adelaide, nell'Australia Meridionale, erano inizialmente sconcertati perché non avevano mai visto un caso simile, né la malformazione era stata evidenziata nelle ecografie e nel test genetico effettuato durante la gravidanza. I genitori di Aylas stanno ora discutendo con i medici un intervento chirurgico: la macrostomia è più di una semplice anomalia estetica, poiché la bambina potrebbe non essere in grado di attaccarsi al seno o succhiare.

Pochi mesi dopo la nascita di Ayla, avvenuta a fine dicembre 2021, i suoi genitori hanno deciso di aprire l'account TikTok @cristinakylievercher per aumentare la consapevolezza sulla condizione, nella speranza che potessero trovare più risposte.

Ayla è stata inondata di amore sui social media, e nonostante gli immancabili commenti offensivi di chi non si fa scrupoli a scagliarsi contro una bambina così piccola e speciale, la famiglia sta ricevendo grande supporto emotivo. 

L'ex principessa del Qatar trovata morta, giallo a Marbella: ​lottava per la custodia delle tre bimbe

Giallo in Spagna: è stata trovata morta nella sua abitazione di Marbella Kasia Gallanio, ex principessa del Qatar: lo riporta l'agenzia di stampa Efe, confermando anticipazioni del giornale francese Le Parisien. Secondo quanto reso noto, la donna, 46enne ex moglie di Abdelaziz bin Khalifa Al-Thani, zio dell'emiro qatariota è stata trovata senza vita domenica scorsa.

In attesa dell'autopsia, una delle ipotesi sulle cause del decesso è il consumo di qualche sostanza nociva. In seguito alla separazione dal marito, Gallanio, di doppia nazionalità polacca e statunitense, aveva intrapreso una lunga battaglia legale riguardante la custodia delle tre figlie minorenni: le denunce della donna sono state archiviate da un tribunale parigino alcuni giorni fa, secondo la Efe.

lunedì 30 maggio 2022

Napoli, bimbo di cinque anni guida il motoscafo. Il padre gli urla: «Vai piano». E il video diventa virale

«Vai piano!», urla il padre dietro di lui mentro il figlio, che avrà più o meno 5 anni, guida il motoscafo a tutta velocità. Il mare è quello di Pozzano, frazione di Castellammare di Stabia, e il video girato domenica scorsa è diventato subito virale su TikTok.  

Le immagini, postate su TikTok e poi pubblicate su altri social dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, hanno scatenato una pioggia di polemiche. Anche perché è il genitore, nonostante si mostri fiero del figlio pilota, ad invitare il bambino a rallentare perché la velocità del bimbo  è davvero sostenuta. Il tutto, naturalmente, con una cornice musicale neomelodica a tutto volume che accompagna l’impresa folle della famiglia di Castellammare.


domenica 29 maggio 2022

Neonato abbandonato in una cesta a Catania e trovato dai carabineri: «Sta bene». E scatta la gara di solidarietà

«Sta bene, ha passato una notte tranquilla e si sta alimentando. E noi ce lo stiamo coccolando, e continueremo a farlo fino a quando resterà nel nostro reparto per dargli cure, ma anche affetto». Così Gabriella Tina, primaria dell'Unità operativa complessa (Uoc) di Neonatologia dell'ospedale Garibaldi Nesima, dove è ricoverato il neonato trovato ieri, con il cordone ombelicale ancora attaccato, avvolto in una coperta in una cesta a Catania.

Era stata una passante a dare l'allarme, chiamando il 112, e facendo intervenire i carabinieri del nucleo Radiomobile che lo hanno accudito, avvolgendolo in una copertina pulita data da abitanti della zona, in attesa dell'arrivo dell'ambulanza con personale medico del 118 che lo ha portato in ospedale. «Dalla visita obiettiva - spiega la dottoressa Tina - il piccolo non mostra alcun problema: ha un buon peso, si sta alimentando. E anche i primi esami ci dicono che tutto è andato bene. Ovviamente faremo accertamenti più approfonditi. Se non avesse dietro la sua storia personale saremmo portati a pensare che è il neonato di un parto come tanti altri». Secondo il primario dell'Uoc di Neonatologia dell'ospedale Garibaldi Nesima di Catania il neonato sarebbe venuto al mondo poco prima del ritrovamento.

Al piccolo è stato dato un nome "provvisorio", ma la dottoressa si appella alla privacy e preferisce glissare, ricordando che «si è attivato in parallelo il Tribunale per i minorenni, che in questi casi ha tempi veloci». «Il tempo è importante - sottolinea - perché l'affettività è importante come le cure e l'alimentazione». Confessa che «nell'attesa il reparto e il mondo di volontariato e assistenza che ruota attorno alla Neonatologia ce lo stiamo coccolando» e che, senza entrare nel merito, è «già iniziata la gara di solidarietà»

venerdì 27 maggio 2022

La colf fa causa a Gianluca Vacchi: “Se non ballavo a tempo, mi insultava”

Non è tutto oro quel che luccica. Anche in casa Vacchi. Per anni abbiamo visto sui social i siparietti musicali con l’imprenditore ballare scatenato, a volte circondato perfino dai suoi domestici. Se state pensando che il clima fosse goliardico e il divertimento assicurato, vi state sbagliando. Almeno a quanto sostiene una colf che ha fatto causa al Mister Enjoy e ora spiffera: “Se non ballavamo a tempo di musica, ci insultava… Tirava perfino il cellulare o la lampada”.

Di essere iracondo lo ha ammesso lui stesso ricordando che a volte per rabbia tirava il cellulare contro il muro. Ora però pensare al dj che si fa travolgere dall’ira per un balletto non fa certo sorridere. Gli show “domestici” con le colf filippine vestite di tutto punto e pronte ad assecondare le manie da video di Gianluca Vacchi li hanno visti tutti. Quel che non era chiaro era l’aria tesa dietro alle registrazioni.

Secondo quanto racconta il quotidiano “La Repubblica” le richieste dell’influencer ai domestici erano davvero assurde. Pare che ci fosse pure la possibilità di essere multati nel caso in cui uno dei dipendenti si fosse dimenticato un capo d’abbigliamento o un accessorio di Vacchi.

 Una filippina di 44 anni racconta come un incubo gli anni vissuti nella casa in Sardegna di Vacchi, con orari impossibili (fino alle 5 di mattina), richieste assurde (ballare a tempo) e soprusi insostenibili (lanciava il cellulare e spaccava la lampada usata per le riprese). Ora la colf chiede gli straordinari e Tfr non pagati.

mercoledì 25 maggio 2022

Texas, chi sono i bambini morti nella strage. Eliahana, che non voleva andare a scuola, Xavier, Amerie e gli altri

Ventuno famiglie piombate nella disperazione e nel dolore più grande, quello della perdita di un figlio. Diciannove quelle che hanno perso un bambino, due quelle delle insegnanti che hanno perso la vita nella sparatoria alla scuola elementare di Uvedale, in Texas. Una strge che ha scioccato l'America e il mondo intero, ad opera del 18enne Salvador Ramos.

Le piccole vittime non sono ancora state tutte identificate, le autorità stanno eseguendo l'esame del Dna per dare certezza a quelle famiglie che si aggrappano ancora alla speranza che i loro figli siano solo "scomparsi". Al momento sono sei i nomi certi, oltre a quelli delle due insegnanti.

Xavier Lopez, 10 anni, studente di quarta elementare. Sua madre aveva assistito a una cerimonia di premiazione a scuola solo poche ore prima della sparatoria, ignara che sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto.

La morte di Uziyah Garcia, 9 anni, è stata annunciata dalla famiglia dopo che era stato inserito nella lista dei bambini dispersi.

La morte di Makenna Lee Elrod, 10 anni, è stata confermata da un'amica di famiglia martedì sera.

È stato il padre a confermare la morte di Amerie Jo Garza, l'uomo ha detto: «Il mio piccolo amore ora vola alto con gli angeli».

Tra le vittime è stata identificata anche Eliahana 'Elijah Cruz' Torres, 10 anni. Frequentava la quarta elementare e martedì non voleva andare a scuola, ma la sua famiglia le ha detto che doveva.

Steven Garcia e Jennifer Lugo hanno confermato che la loro figlia, Ellie, è stata uccisa nel massacro.

Irma Garcia, 23enne insegnante di quarta elementare.

Eva Mireles, che per cinque anni è stata co-insegnante con Irma Garcia.

martedì 24 maggio 2022

Suicida Luca, il marito della biker Jojo: aveva perso la moglie due giorni fa. «Non ha retto al dolore»

Due giorni dopo aver perso la moglie, Giovanna Vanin detta JoJo, il marito si è tolto la vita. Luca Simionato, 54 anni, si è ucciso in un cantiere edile a Quinto di Treviso: il suo corpo è stato rinvenuto nel primo pomeriggio di oggi da alcuni operai, a fianco di un biglietto in cui spiegava il suo gesto. L'uomo aveva perso qualche giorno fa la moglie, 55 anni, come lui nell'ambiente dei «bikers» trevigiani. Oggi erano previsti i funerali della donna. 

Giovanna era morta solo pochi giorni fa, stroncata da un malore improvviso: «Si è accasciata su di me e non si è più svegliata», aveva detto il marito. Per lui, scrive oggi il quotidiano Il Gazzettino, è diventato impossibile immaginare un futuro senza la donna con cui condivideva tutto da 26 anni, compresa la passione per le moto Harley-Davidson che aveva reso un’icona la coppia trevigiana. L’officina-negozio Shop74 era un punto di riferimento per il mondo degli appassionati.

Quinto di Treviso, la città in cui vivevano e lavoravano, ora è sotto choc. La macabra scoperta, ieri intorno alle 13.30, è stata fatta dagli operai di un cantiere edile di via Nogarè: Luca se n'è andato pochi giorni dopo Jojo, che dopo quel malore aveva resistito per quattro giorni in coma in ospedale prima del decesso. Fatale un arresto cardiaco, seguito da un edema cerebrale. Luca era stato al suo capezzale giorno e notte, ma non è bastato, e non ha retto al conseguente dolore. Una vicenda che lascia davvero senza parole.

«Erano una coppia affiatatissima. Lei vivace, determinata, una forza della natura. Lui amabile, sorridente, che apriva a tutti le porte della sua officina», li descrivono gli amici, scrive Il Gazzettino. Il funerale di Giovanna era fissato per oggi, nella chiesa di Quinto. Luca alle 10 è passato in Comune, a ringraziare per la vicinanza. «Grazie, grazie, grazie. Siete davvero delle belle persone», il messaggio che invia al sindaco Stefania Sartorato. Poi a mezzogiorno telefona al parroco don Stefano Bressan, parlano a lungo. «La sua voce al telefono non sembrava quella di un uomo disperato, pronto a compiere un gesto estremo», dice il sacerdote. Poco dopo ha deciso di farla finita: inseparabili, anche nella morte.

sabato 21 maggio 2022

Cannes, attivista nuda sul red carpet: «Smettetela di stuprarci». La protesta choc per l'Ucraina

Seminuda sul red carpet, a seno scoperto e con una scritta «Stop raping us» («Smettetela di violentarci») sul seno, dipinta con il body painting. Si tinge di giallo e di blu, i colori dell'Ucraina, il red carpet del Festival di Cannes, dove un'attivista francese del collettivo SCUM ha fatto irruzione prima della presentazione del film di George Miller, Three thousand years of longing, ieri sera.

Nuda e imbrattata di vernice sul corpo con i colori della bandiera ucraina protestava contro la violenza sessuale contro le donne in Ucraina. Sul petto e sulla pancia aveva la scritta «Smettetela di violentarci» riferendosi alle notizie di stupri e torture perpetrate dalle forze russe in Ucraina. È stata fermata durante la protesta. Il gruppo di attivisti francesi ha sottolineato su Twitter l'azione di protesta.

Ospita un'ucraina che fuggiva dalla guerra: dopo una settimana lascia moglie e figli e scappa con lei

Una giovane rifugiata Ucraina trova asilo in Inghilterra presso una famiglia, ma il marito si innamora di lei e scappano insieme. Non è una storia di fantasia ma quanto avvenuto davvero a Sofiia Karkadym, 22enne che scappava da Lviv dopo l'inizio dell'invasione russa: bionda e bellissima, al suo fascino non ha saputo resistere il 29enne Tony Ganett, che ha lasciato la moglie Lorona, un anno più giovane di lui, e i loro figli. Accade a Bradfort (West York) come racconta il tabloid britannico The Sun.

Tony si era iscritto al programma di rehoming del governo: dopo essere diventato il garante della giovane profuga, dopo appena una settimana ha lasciato moglie e figli per lei. «È iniziato tutto con il semplice desiderio di fare la cosa giusta e di mettere un tetto sopra la testa di qualcuno che ne ha bisogno, uomo o donna che sia», ha detto al Sun. «La situazione è degenerata sabato scorso, quando mia moglie si è accanita contro Sofiia, urlandole contro e usando un linguaggio duro che l'ha lasciata in lacrime. Ha detto che non si sentiva più in grado di stare sotto il nostro tetto e qualcosa dentro di me è scattato».

«Fin dall'inizio era ovvio che io e Sofiia ci eravamo piaciuti - ha spiegato il giovane - io parlo un po' slovacco e non è molto diverso dall'ucraino, quindi ho potuto farmi capire da lei nella sua lingua. Le cose sono così peggiorate perché mia moglie non capiva cosa ci dicevamo: ci sedevamo a chiacchierare, a bere e guardare la tv, anche dopo che Lorna era andata a letto». E lì è scattata la scintilla.

Lei, dal canto suo, glissa: «Sono cose che succedono». Lorna, dal canto suo, era molto infastidita quando suo marito e Sofiia passavano tanto tempo insieme, e alla fine ha ordinato a lei di andarsene: ma è rimasta di stucco quando Tony ha detto che sarebbe andato via anche lui. Ora stanno cercando casa insieme: «Ci dispiace per il dolore che abbiamo causato, ma ho scoperto un legame con Sofiia che non ho mai avuto prima», le sue parole.

venerdì 20 maggio 2022

Totti fa sognare la Roma: «Lunedì vedo Dybala, cercherò di convincerlo. Il mio ritorno? Vedremo»

Francesco Totti fa sognare i tifosi della Roma, e per due motivi: un suo eventuale ritorno in società, dopo l'addio con Pallotta e con la nuova proprietà dei Friedkin, e anche un clamoroso colpo di mercato, quello di Paulo Dybala. Totti vedrà infatti La Joya lunedì, a San Siro per la partita di beneficenza organizzata da Samuel Eto'o, ed è stato intervistato da Sky Sport.

«Vedremo se riusciremo a portarlo a Roma, lunedì lo incontrerò e spero di convincerlo. Siamo a Milano per la partita di Eto'o, giocheremo insieme e gli darò qualche consiglio, cercherò di mettergli qualcosa in testa, speriamo di riuscirci. Sempre che la Roma sia della mia stessa idea», ha detto Totti riguardo Dybala. Quanto al suo eventuale ritorno: «A chi non piacerebbe essere alla Roma, conosciamo le problematiche che ci sono state ma la proprietà nuova ha altre idee rispetto a quella passata. I matrimoni si fanno sempre in due però, la cosa importante però è che la Roma vada bene».

giovedì 19 maggio 2022

Tommaso morto all'asilo, lo strazio del 12enne figlio della proprietaria dell'auto: «L'ho ucciso io, l'ho ucciso io...»

Il dramma del piccolo Tommaso, il bimbo morto ieri a L'Aquila dopo dopo essere stato travolto da un'auto nel giardino di un asilo, è anche il dramma di due famiglie: la sua e quella involontariamente responsabile di quanto è avvenuto. «Sono sicura di aver lasciato la marcia inserita, il freno a mano non ricordo», avrebbe affermato, secondo quanto riporta 'Repubblica', la donna proprietaria della Passat che ha travolto il gruppo di bambini che stavano giocando, uccidendo Tommaso e ferendone altri quattro.

La sua versione deve essere ancora vagliata dagli investigatori e dagli inquirenti, che stanno facendo tutta una serie di riscontri, assieme ad altre testimonianze raccolte. Il quotidiano Il Messaggero riporta invece una frase che sarebbe stata pronunciata dal figlio 12enne della donna in lacrime: «L'ho ucciso io, l'ho ucciso io», lasciando intendere di avere delle responsabilità dirette nell'incidente.

Una versione che, riporta sempre il giornale, sarebbe confermata anche da altri testimoni che avrebbero riferito di aver visto il ragazzino al posto di guida tentare di muovere il volante della Passat mentre si avvicinava al cancello dell'asilo. Le accuse formulate al momento dalla procura sono omicidio stradale e lesioni, reati che prevederebbero l'arresto che però al momento non è ancora avvenuto.


mercoledì 18 maggio 2022

Ruby Ter, la pm choc: «Berlusconi aveva schiave sessuali, violenze orribili contro le donne. Imane Fadil aveva paura»

Processo Ruby Ter, la durissima requisitoria del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano accusa duramente Silvio Berlusconi, tra gli imputati - insieme ad altre 28 persone - per le famose serate di Arcore. Tra gli imputati anche una ventina di ex ospiti delle famose 'cene eleganti', tra cui la stessa Karima El Mahroug (alias Ruby), che sarebbero state stipendiate con versamenti e regalie per portare nei processi sul caso Ruby proprio la versione del Cav, quella delle «cene eleganti».

Le indagini si chiusero nel 2015, il procedimento si chiude solo adesso: «Se un processo può arrivare ad una pronuncia di primo grado dopo 8 anni vuol dire che il sistema ha fallito», ha detto la pm. Silvio Berlusconi era un uomo «che poteva avere il mondo ai suoi piedi, che si accompagnava con amicizie come quella con Putin, colui che ora sta mettendo in ginocchio il mondo» e oggi «quello che processiamo è un grande anziano, un uomo malato», ha aggiunto la Siciliano.

«I fatti sono stati già consegnati alla Storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese, questo fatto non è già più nostro ma consegnato alla Storia: il presidente del Consiglio in carica usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento», ha spiegato la pm iniziando anche a parlare del «pagamento delle testimoni», ossia delle cosiddette 'olgettine', al centro dell'accusa di corruzione in atti giudiziari. Ragazze che, ha aggiunto Siciliano, «lo divertivano, trascorrevano alcune la notte con lui e questi fatti, chiusi con sentenza passata in giudicato, sono stati cristallizzati come fatto storico: l'attività di un consolidato sistema prostitutivo». E il «dato inoppugnabile è che le due sentenze passate in giudicato entrano a far parte del processo di cui trattiamo».

Prima Siciliano aveva affermato che nel caso Ruby ter si sta processando un uomo che è stato «alla Presidenza del Consiglio», tra le persone «più ricche del mondo», che «aveva il potere di modificare lo Stato» e che oggi invece «è un grande anziano malato», di cui «conosciamo la vita privata perché di interesse giornalistico e guardiamo a questo con tenerezza e compassione». E dall'altra parte «processiamo un gruppo di donne la cui caratteristica principale, causativa dei guai, è la bellezza, ormai passata, all'epoca erano molto giovani».

«La nostra epoca guarda con ribrezzo a questa violenza orribile perpetrata nei confronti delle donne», ha detto la pm riferendosi in particolare alle deposizioni di Ambra Battilana e Chiara Danese, due delle giovani che assieme a Imane Fadil sono state testimoni chiave dell'accusa per ricostruire le serate del «bunga-bunga» di Arcore in cui, ha aggiunto il pm, Emilio Fede «le offriva al Sultano», ossia Berlusconi, «a completamento dell'harem specificando 'mangia dal mio piatto'».

Il procuratore aggiunto ha esordito nella requisitoria (che si chiuderà il 25 maggio) così: «Pensavo, venendo in macchina, che se ci fosse una sorta di lettore del pensiero la parola statisticamente stamani più passata nelle menti di chiunque, dai giornalisti al personale di sorveglianza e agli avvocati, è 'finalmentè che contiene soddisfazione, l'elemento positivo della conclusione». E ancora: «Io devo dire che sono fuori dal coro, non riesco ad esprimere una reale soddisfazione, è stato un impegno faticoso in questi anni, lavorativo e psicologico, ma non posso dire finalmente perché se un processo può arrivare alla pronuncia di primo grado dopo 8 anni vuol dire che il sistema ha fallito».

Imane Fadil, una delle testimoni chiave dell'accusa nei processi sul caso Ruby morta nel 2019 per una rara malattia, «aveva paura, una paura che l'ha accompagnata fino alla morte, un timore che il giro che l'ha accompagnata fino alla morte fosse davvero pericoloso e potente». Sulla morte di Fadil all'inizio si indagò anche per omicidio. Fadil ha «alimentato in noi un profondo desiderio di giustizia», perché questi «reati di gravità straordinaria feriscono» non solo l'amministrazione della giustizia ma anche «le persone».

Dopo aver fatto riferimento a tutte le testimonianze delle ex ospiti di Villa San Martino, quelle che parlavano di «cene normalissime e conviviali» in fotocopia (deposizioni ritenute false dalle sentenze dei processi sul caso Ruby), Siciliano ha parlato delle tre audizioni di Imane Fadil nelle indagini sul Ruby ter. Deposizioni che hanno portato «ulteriori riscontri» sulla verità delle serate a luci rosse ad Arcore e di ciò che avveniva (come quella della teste Melania Tumini, ex amica di Nicole Minetti, che parlò di «puttanaio»). «Ci sarebbe piaciuto tanto - ha spiegato il pm - avere con noi anche Imane Fadil, anche perché così voi avreste potuto apprezzare questa persona così particolare, che ci ha toccato».

Questi reati, ha proseguito, «fanno male alla collettività, alla amministrazione giustizia e alle persone, persone come Fadil sono state stritolate da questo sistema, nelle sue dichiarazioni non c'era revanscismo o tentativi di alzare il prezzo, ma una ferita profonda e aperta in lei e aveva paura di cose non esplicite, ma di cose più grandi di lei». Emilio Fede, invece, ha spiegato ancora, l'aveva portata ad Arcore «come un giocattolo da esibire a Berlusconi» con in cambio per lei «un 'contrattinò televisivo». Lei «non lo trovava giusto, voleva ribellarsi». A Villa San Martino, ha detto ancora il pm, «si esercitava la prostituzione per un lungo periodo» e il Cavaliere «era il sultano con le odalische».

Il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, che rappresenta l'accusa col pm Luca Gaglio nel processo sul caso Ruby ter a carico di Silvio Berlusconi e altre 28 persone, ha chiesto nella prima parte della sua requisitoria ai giudici della settima penale di «revocare» l'ordinanza da loro emessa lo scorso novembre con cui hanno dichiarato «inutilizzabili» le deposizioni rese da una ventina di ragazze, ex ospiti delle serate di Arcore, nei due processi sul caso Ruby. Un'ordinanza che potrebbe avere effetti negativi per l'accusa sia per il reato di falsa testimonianza che per quelli di corruzione in atti giudiziari. Per i giudici, in sostanza, le giovani quando furono sentite nei processi dal 2011 in avanti dovevano essere già indagate per corruzione in atti giudiziari e non semplici testi.

Quell'ordinanza per Siciliano è stata «un colpo di scena» e non si può dire che «queste signore avevano davvero la posizione di indagate sostanziali» già all'epoca. Da qui la «precisa» richiesta di revoca della decisione, tenendo conto semmai che, ha aggiunto il pm, «se dovessero emergere elementi che potrebbero far dubitare della correttezza processuale», ossia di come sono state assunte quelle deposizioni, «si vada anche verso un procedimento disciplinare, se c'è stata davvero una omissione e invito il collegio a valutare serenamente». Siciliano all'epoca si occupò di un filone di indagini su due ragazze, Barbara Guerra e Alessandra Sorcinelli, con la collega Grazia Pradella: «Io c'ero». E ha sostenuto che in quel periodo non c'erano elementi per poter iscriverle, «non c'era niente, su cosa avremmo dovuto iscrivere?».

«Prove evidenti della corruzione sono state cercate e da noi trovate, evidenti, con grande soddisfazione», ha spiegato Siciliano nella requisitoria nella parte in cui ha chiarito che solo le indagini da lei effettuate, assieme al pm Luca Gaglio e alla polizia giudiziaria, hanno portato ad individuare elementi sulla presunta corruzione in atti giudiziari. E ciò per spiegare anche che, quando le ragazze venivano sentite nei processi sul caso Ruby, non si poteva già iscriverle per quel reato. Da qui la richiesta di revoca dell'ordinanza con cui i giudici hanno dichiarato inutilizzabili le deposizioni delle giovani, accusate nel processo di aver detto il falso in cambio di soldi e regalie dall'ex premier. «Abbiamo trovato dati, fotografie, screenshot, messaggi, materiale probatorio incontaminato che nessuno aveva analizzato prima, materiale a nostra disposizione per la prima volta - ha detto Siciliano - abbiamo fruito di documentazione bancaria, per costruire una solida base documentale che riempisse di significato ciò che prima erano solo sospetti».

Siciliano, parlando del fascicolo di cui era titolare ormai più di una decina di anni fa su due ragazze e nel quale non c'erano elementi per indagarle, ha fatto riferimento anche ad Ilda Boccassini, titolare all'epoca dell'inchiesta sul caso Ruby, da cui il leader di FI è stato assolto in via definitiva. «Boccassini aveva un senso di riservatezza, con lei non solo non potevi parlare di un'indagine, ma nemmeno dell'«esistenza di un'indagine, il suo fascicolo era blindato», ha detto. E quindi «istituzionalmente abbiamo fatto l'unica cosa possibile - ha aggiunto - abbiamo valutato se ci fossero elementi di coordinamento con la nostra indagine, non emergevano elementi per cui ci fosse questa osmosi tra i due uffici, questa è stata la valutazione del Procuratore (Bruti Liberati, ndr) a cui ci siamo rimessi e abbiamo archiviato il nostro fascicolo».

E ora «nel 2021 mi si dice che queste ragazze non potevano essere testi - ha aggiunto -. Alla luce di ciò che sappiamo ora è evidente, ma all'epoca no, si parlava di cifre risibili rispetto al patrimonio di Berlusconi», ossia erano questi i versamenti emersi all'epoca. «Noi ora sappiamo tutto, anche di più di quello che serve, all'epoca la realtà presentata al Tribunale nei processi era incredibile, una teste disse 'un puttanaio'», ha detto ancora il pm sempre nei passaggi della requisitoria per chiedere ai giudici la revoca di quell'ordinanza che potrebbe far crollare le accuse cancellando le false testimonianze.

lunedì 16 maggio 2022

Napoli choc, due giovani accoltellati e un'aggressione in spiaggia col casco in poche ore

Follia a Napoli, dove ieri, a distanza di pochi minuti e di pochi chilometri, due giovani sono stati accoltellati e un uomo è stato aggredito in spiaggia a colpi di casco.

Napoli, due ragazzi accoltellati a Marechiaro

È accaduto nella stessa zona, quella di Posillipo. Il primo, grave episodio riguarda due giovani che sono stati accoltellati a Marechiaro, pare per uno 'sguardo di troppo', nel primo pomeriggio di ieri. I due ragazzi, di Materdei, sono stati accoltellati durante una lite per futili motivi sugli scogli e ora sono ricoverati in gravi condizioni: uno di loro è al Fatebenefratelli, l'altro al San Paolo di Fuorigrotta. Sul posto è arrivata la polizia, ma gli aggressori, che secondo alcuni testimoni sarebbero stati in due, si erano già dileguati. C'è chi ha riferito di averli visti scappare via mare.

A denunciare entrambi gli episodi di violenza a Posillipo è stato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli. Il consigliere campano ha anche pubblicato il video dell'aggressione al bagnante nella spiaggia libera delle Monache. Nel filmato, si vede un uomo vestito con jeans e maglietta raggiungere in acqua il bagnante, per colpirlo ripetutamente in testa con un casco. Qualche altro bagnante interviene per separarli, mentre sul bagnasciuga si alternano grida disperate di donne con bambini e anche qualche altro bagnante che incita i protagonisti della lite. «Immagini brutali con due soggetti che se le danno di santa ragione davanti a tutti compresi i bambini rischiando anche di annegare. Una violenza inaudita con un sottofondo inquietante di persone che incitano uno dei due a colpire sempre più forte tra le urla dei presenti e il terrore soprattutto dei più piccoli» - scrive Borrelli - «Per loro è uno spettacolo normale e forse anche divertente per noi è tutto inaccettabile. Viviamo tra cavernicoli che ti picchiano o aggrediscono per futili motivi».


In fuga da Mariupol con il cane Zhu-Zhu: così Igor ha percorso 255 chilometri a piedi e si è salvato

In viaggio per la stessa distanza che separa Roma da Napoli, a piedi e senza mai lasciare l'amato cane. Come se non fosse già abbastanza impegnativo, la marcia lunga 255 chilometri di Igor Pedin, 61 anni, si è snodata tra le città dell'Ucraina in guerra, e precisamente da Mariupol a Zaporizhzhia. Insieme a lui, l'inseparabile Zhu-Zhu, un terrier di nove anni.

Come raccontato dal Guardian, alle 6 di mattina del 23 aprile i due sono scappati dalla città assediata, nelle ore successive all'arrivo dei soldati russi che avevano cominciato a 'entrare casa per casa e a sparare a piacimento'. L'obiettivo di Pedin e Zhu-Zhu era essere "invisibili", di non farsi vedere dagli invasori ma attraversare i territori assediati dai soldati di Mosca non è stato facile. Con 50 chili di zaino sulle spalle, hanno inizialmente percorso i 5 chilometri che portavano fuori da Mariupol, superando mine e cadaveri lasciati per strada. Hanno incontrato militari sul loro cammino, "ma - racconta l'uomo - ai loro occhi ero un vagabondo, non ero niente. Sono uscito dalla città, mi sono voltato e ho guardato Mariupol: mi sono detto che era la decisione giusta dirle addio".

Raggiunta Nikolske, a 20 km da Mariupol, Pedin e Zhu-Zhu hanno incontrato un uomo fuori dalla porta di una casa, aveva appena seppellito il figlio di 16 anni: "Mi ha chiesto di brindare a lui". Da 15 anni Pedin non toccava alcol, ma non ha potuto rifiutare. Dopo aver lasciato la città, il giorno dopo, si sono imbattuti in un check-point di soldati ceceni. "Mi hanno chiesto dove stessi andando e poi sono stato riportato a Nikolske. Dentro un ufficio, un ufficiale russo mi ha interrogato. Gli ho mentito - racconta Pedin -, gli ho detto che avevo un'ulcera allo stomaco e dovevo andare a Zaporizhzhia perché avevo pagato per il trattamento. Poi mi hanno fatto spogliare in cerca di tatuaggi, pensavano avessi un fucile con me a causa di un livido sulla schiena".

Pedin è stato minacciato di morte ma, dopo avergli preso le impronte e scattato una foto segnaletica, i militari russi lo hanno lasciato andare, fornendogli un documento dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk e regalandogli delle sigarette. Con il foglio, a Rozivka Pedin e Zhu-Zhu non hanno avuto problemi a superare i controlli, ma a Verzhyna si è ripetuta la scena accaduta al posto di blocco di Nikolske: ancora perquisizioni e minacce. Sempre, fortunatamente, senza conseguenze.

Prima di raggiungere la libertà, però, bisognava superare un altro ostacolo. I due protagonisti di questa storia hanno dovuto attraversare un ponte che era stato distrutto lasciando un dislivello di 30 metri. Dopo un ultimo tratto di strada percorso grazie al passaggio in macchina di un uomo, finalmente una bandiera Ucraina in lontananza: Pedin e Zhu-Zhu erano arrivati a Zaporizhzhia.

Prova un tuffo di oltre 30 metri dalla scogliera: ex calciatore morto sotto gli occhi di moglie e figli

Mourad Lamrabatte è morto lanciandosi da una scogliera. La tragedia è avvenuta davanti alla moglie e i due figli che stavano riprendendo l'audace acrobazia dell'ex calciatore. Ha tentato di lanciarsi da un'alta scogliera per un tuffo in mare, ma purtroppo ha sbattuto violentemente contro la roccia. 

Il 31enne, ex calciatore professionista, che aveva giocato per la società olandese Vitesse, era in vacanza con la famiglia sull’Isla di Maiorca, in Spagna, quando giovedì 12 maggio ha tentato il pericoloso tuffo finito in dramma. L’uomo voleva fare un salto di oltre trenta metri ma forse non ha calcolato bene la distanza dalle rocce e ha trovato la morte orribile.

La tragica scena si è consumata sotto gli occhi sconvolti di moglie e figli che stavano filmando il salto con un cellulare da una barca ancorata proprio di fronte alla scogliera. Il gruppo era in vacanza nei pressi della città di villeggiatura maiorchina di Santa Ponsam, vicino a Magaluf, e aveva noleggiato l’imbarcazione proprio nella mattinata.

Nel video si vede Lamrabatte lanciarsi, ma non riesce a distanziarsi abbastanza dalle rocce sottostanti finendovi contro tra le urla della moglie. Inutili i soccorsi per il l'ex calciatore che è stato recuperato già privo di vita. Secondo l’autopsia disposta dalla magistratura locale, l’ex calciatore non è morto direttamente per le ferite riportate nell’impatto ma è annegato in uno stato di semi incoscienza in cui era finito dopo lo schianto contro le rocce.

La notizia della tragica morte di Mourad Lamrabatte ha colpito anche la sua ex squadra. Il club olandese ha voluto esprimere il suo cordoglio alla famiglia. E su Twitter la società olandese ha scritto: «Il Vitesse ha ricevuto la triste notizia che Mourad Lamrabatte è tragicamente morto. Ha vestito i colori del club durante la stagione 2010/2011, quando faceva parte della squadra U23 che quella stagione ha vinto la Coppa U23».

venerdì 13 maggio 2022

«Nessun nipote», la delusione dei genitori che fanno causa al figlio: «Ci deve 615mila euro di danni»

Dopo 6 anni di matrimonio ancora nessun nipotino all'orizzonte. E la delusione per due genitori indiani, Sanjeev e Sadhana Prasad, 61 e 57 anni, è stata tale da aver deciso di far causa al loro unico figlio. La citazione in giudizio nei confronti dell'unico erede della coppia è avvenuta nello stato dell'Uttarakhand, nell'India settentrionale.

A riportare la curiosa notizia è la Bbc, che cita il Times of India. La coppia chiede che il figlio dia loro un nipote entro un anno. In caso contrario, pretende un risarcimento del valore di circa 615mila euro.

La causa è stata intentata per «molestia mentale». In particolare, il padre dice di aver speso tutti i suoi risparmi per il figlio, prima per permettergli di diventare pilota e poi per mantenerlo quando non trovava lavoro. Non solo. La coppia afferma di aver organizzato il suo matrimonio nel 2016, in un prestigioso hotel a cinque stelle, nella speranza di avere presto un «nipote con cui giocare».

«Almeno se abbiamo un nipote con cui trascorrere del tempo, il nostro dolore diventerà sopportabile», ha aggiunto la coppia. «Diventare nonno è il sogno di ogni genitore. E loro aspettano da anni», ha detto l'avvocato dei coniugi Prasad. L'udienza è fissata per il 15 maggio e il figlio rischia di dover darsi da fare per la gioia dei genitori, ma anche per evitare la bancarotta.

giovedì 12 maggio 2022

Buco nero nella via Lattea, ecco la prima foto: «Einsten aveva ragione». Nel team anche scienziati italiani

Einstein aveva ragione, i buchi neri sono proprio come descritti dalla sua teoria della relatività generale ed è una delle conferme arrivata grazie alla prima 'fotò svelata oggi del buco nero al centro della Via Lattea. Si tratta della prima immagine del buco nero supermassiccio chiamato Sagittarius A* al centro della nostra galassia ed è stata mostrata al mondo nel corso di una conferenza stampa internazionale e trasmessa anche dalla sede centrale dell'Inaf, a Roma.

Il buco nero, che si trova a circa 27 mila anni-luce dalla Terra in direzione della costellazione del Sagittario, appare nel cielo con una dimensione pari a quella che avrebbe una ciambella sulla Luna. Questo risultato - prodotto dal lavoro di 300 scienziati di 100 istituti di 20 Paesi nel mondo tra cui molti italiani - è «una prova schiacciante» secondo gli astrofisici che questo oggetto «è a tutti gli effetti un buco nero» e fornisce «indizi importanti per comprendere il comportamento di questi corpi che si ritiene risiedano al centro della maggior parte delle galassie».

A ottenere questa immagine, grazie ad una rete globale di radiotelescopi, è stata la Collaborazione Event Horizon Telescope (Eht), un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatrici e ricercatori italiani dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell'Università Federico II di Napoli e dell'Università di Cagliari. Questa «è l'immagine che abbiamo sognato per oltre 20 anni, anzi è un risultato che atteso da quasi 22 anni, da quando è stato proposto questo studio e personalmente la sognavo da 8 anni da quando ho iniziato questa impresa» scandisce all'Adnkronos l'astrofisico Ciriaco Goddi, 46 anni, docente dell'Università di Cagliari.

Goddi, uno dei cervelli italiani tornato in Italia dopo 16 anni trascorsi a fare scienza all'estero. Goddi è associato Inaf e Infn e fa parte di questa impresa sin dal 2014, come coordinatore del gruppo europeo di BlackHoleCam, uno dei progetti da cui ha avuto origine la Collaborazione Eht. «La rete Eht è in continua espansione e oggetto di importanti aggiornamenti tecnologici» tanto che «potremo avere immagini ancora più impressionanti e addirittura filmati di buchi neri nel prossimo futuro» assicura lo scienziato italiano. L'attesissima immagine, dunque, mostra finalmente l'oggetto massiccio che si cela al centro della nostra galassia.

La straordinaria scoperta resa pubblica oggi arriva dopo la prima immagine di un buco nero, quello al centro della galassia lontana M87, che la Collaborazione Eht aveva mostrato nel 2019 ma l'obiettivo degli scienziati era 'scattare la fotò di Sagittarius A*, era immortalare il buco nero al centro della nostra Via Lattea. Già in passato gli scienziati avevano scoperto stelle che si muovevano intorno a un corpo invisibile, compatto e molto massiccio al centro della Via Lattea. E quelle osservazioni suggerivano che l'oggetto in questione, chiamato Sagittarius A* (Sgr A*), fosse un buco nero.

L'immagine resa pubblica oggi fornisce di fatto «la prima prova visiva diretta» a sostegno di questa ipotesi. Anche se non possiamo vedere il buco nero stesso, perché non emette luce, il gas che brilla attorno ad esso possiede un aspetto distintivo: una regione centrale scura (chiamata 'ombrà del buco nero) circondata da una struttura brillante a forma di anello. La nuova immagine cattura la luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole. «Siamo rimasti sbalorditi da quanto le dimensioni dell'anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein» commenta Geoffrey Bower, Eht Project Scientist all'Academia Sinica di Taipei, Taiwan e alla University of Hawaii at Mānoa, negli Stati Uniti.

I risultati sono descritti in una serie di articoli pubblicati oggi su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters. Per realizzarne l'immagine, il team ha creato il potente Eht mettendo insieme otto osservatori radio-astronomici in tutto il mondo per creare un unico telescopio virtuale dalle dimensioni del pianeta Terra. Eht ha osservato Sgr A* per diverse notti nell'aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si effettua un'esposizione lunga con una macchina fotografica.

I risultati sono descritti in una serie di articoli pubblicati oggi su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters. Per realizzarne l'immagine, il team ha creato il potente Eht mettendo insieme otto osservatori radio-astronomici in tutto il mondo per creare un unico telescopio virtuale dalle dimensioni del pianeta Terra. Eht ha osservato Sgr A* per diverse notti nell'aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si effettua un'esposizione lunga con una macchina fotografica.

Cruciale per raggiungere questo risultato è stato il contributo di Alma, l'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d'onda millimetriche e submillimetriche. L'Italia partecipa ad Alma attraverso l'Eso, lo European Southern Observatory, e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo Alma presso la sede dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Bologna. La scoperta mostrata oggi al mondo segue dunque la prima immagine mostrata al mondo di un buco nero, quello al centro della galassia lontana M87, resa pubblica dalla Collaborazione Eht nel 2019.

«Tutti aspettavano che quella di oggi fosse la foto pubblicata nel 2019 e tutti erano molti stupiti perché l'obiettivo era sempre il centro della nostra galassia, era Sagittarius A* ma poi abbiamo ripiegato su M87 perché i dati erano molto più 'trattabilì» chiarisce Goddi. Gli scienziati spiegano inoltre che i due buchi neri appaiono straordinariamente simili, anche se quello nel cuore della nostra galassia è oltre mille volte più piccolo e meno massiccio rispetto a quello di M87. Sera Markoff, professoressa di astrofisica teorica all'Università di Amsterdam nei Paesi Bassi, e Co-Chair del Consiglio Scientifico di Eht, sottolinea che «abbiamo due tipi completamente diversi di galassie e due buchi neri con masse molto diverse, ma vicino al bordo di questi buchi neri, l'aspetto è sorprendentemente simile».

«Questo ci dice - aggiunge- che la relatività generale governa questi oggetti da vicino, e qualsiasi differenza vediamo in regioni più lontane deve essere dovuta a differenze nel materiale che circonda i buchi neri». «Le osservazioni forniscono ulteriore supporto al fatto che lo spaziotempo nell'intorno dei buchi neri è descritto da soluzioni della relatività generale, indipendentemente dalla loro massa» commenta Mariafelicia De Laurentis, professoressa di astrofisica presso l'Università Federico II di Napoli e ricercatrice all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Deputy Project Scientist, membro del Consiglio Scientifico e coordinatrice del gruppo di Gravitational Physics di Eht, che ha guidato il paper sui test della gravità. «Gli studi sul centro galattico - prosegue De Laurentis- hanno consentito negli anni di eseguire molti test di verifica della relatività generale, ma il risultato presentato oggi è senza precedenti perché permette molte misure originali sulla gravità e di fare nuova scienza sui buchi neri supermassicci e sul loro ruolo nell'evoluzione dell'Universo: abbiamo aperto le porte di un nuovo straordinario laboratorio».

Ottenere il nuovo risultato è stato molto più difficile rispetto al precedente, anche se Sgr A* è molto più vicino a noi. Il team ha dovuto sviluppare nuovi sofisticati strumenti di analisi dati per tener conto del moto del gas intorno a Sgr A*, che impiega pochi minuti a completare un'orbita attorno a questo buco nero. Il buco nero al centro della galassia M87 è molto più grande e il gas, che si muove alla stessa velocità - prossima a quella della luce- attorno a entrambi i buchi neri, impiega giorni o addirittura settimane per orbitare intorno ad esso: era dunque un target più stabile e quasi tutte le immagini avevano lo stesso aspetto. Non è accaduto lo stesso per Sgr A*.

L'immagine del buco nero al centro della nostra galassia è una media delle diverse immagini estratte dal team, svelando finalmente questo oggetto per la prima volta. «La variabilità è uno degli aspetti critici di Sgr A*: se da un lato rappresenta una grande sfida per la produzione di immagini del centro galattico, dall'altro ci fornisce uno strumento fondamentale per l'indagine dei processi fisici che vi hanno luogo» aggiunge Nicola Marchili, ricercatore Inaf e secondo autore di uno degli official papers, che ha lavorato all'analisi dei dati sulla variabilità temporale del buco nero.

«La variabilità stimata dai dati Eht è molto inferiore a quanto atteso in base alla maggior parte dei modelli teorici correnti e pone quindi vincoli stringenti alle proprietà fisiche del buco nero» evidenzia inoltre Marchili che lavora presso il Centro regionale europeo Alma a Bologna insieme alle ricercatrici Inaf Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl, anch'esse parte della Collaborazione Eht, all'interno della quale si occupano principalmente della calibrazione dei dati. Ricercatori e ricercatrici sono dunque «entusiasti di avere finalmente le immagini di due buchi neri di dimensioni diverse», un'opportunità, dicono, «per comprenderne le somiglianze e differenze». I ricercatori hanno anche iniziato a usare i nuovi dati per mettere alla prova la teoria e i modelli che descrivono il comportamento del gas intorno ai buchi neri supermassicci, un processo ancora non del tutto compreso ma ritenuto chiave nella formazione ed evoluzione delle galassie nell'Universo.

«Oltre a sviluppare nuovi strumenti per realizzare l'immagine di Sgr A*, il team ha prodotto milioni di immagini con diverse combinazioni di parametri per i vari algoritmi di imaging, usando grandi infrastrutture di calcolo» segnala inoltre Rocco Lico, associato Inaf e ricercatore presso l'Instituto de Astrofísica de Andalucía, in Spagna, co-leader di uno dei gruppi che si occupa di analisi dati nell'Imaging working group e Information-technology officer della Collaborazione Eht. «In questo processo -afferma Lico- è stata anche compilata una biblioteca senza precedenti di buchi neri simulati da confrontare con le osservazioni». Goddi ribadisce infine che ottenere l'immagine del buco nero al centro della Via Lattea «è sempre stato il nostro obiettivo sin dall'inizio del progetto e poterla rivelare al mondo oggi ci ripaga di tanti anni di duro lavoro». Ed il lavoro di Eht non si ferma: proprio lo scorso marzo è stata condotta una nuova campagna di osservazione che include tre nuovi radiotelescopi. 

mercoledì 11 maggio 2022

Sammy Basso a Oggi è un altro giorno: «I miei genitori mi hanno insegnato a combattere». Serena Bortone commossa

«I miei genitori hanno subito la diagnosi, ma hanno voluto che io crescessi come una persona normale, che facessi la vita di un bambino normale» A parlare nello studio di "Oggi è un altro giorno" ospite di Serena Bortone su Rai 1 è Sammy Basso, 26enne affetto da progeria, una malattia rara che causa l'invecchiamento precoce dei tessuti e del corpo, ma non altera la mente. 

Chi è Sammy Basso e la sua malattia da "Invecchiamento precoce"

Sammy è considerato uno dei più longevi pazienti affetti da questa malattia: appena nato, dopo la diagnosi i medici comunicarono ai genitori che il bimbo aveva una speranza di vita di 13 anni. Tuttavia oggi Sammy ha già spento 26 candeline e in questi anni si è speso per diffondere la conoscenza sulla sua malattia e promuove la ricerca su di essa ha fondato l'Associazione Italiana Progeria Sammy Basso (A.I.Pro.Sa.B.). Ha realizzato nche un viaggio "on the road" negli Stati Uniti e registrato un documentario con National Geographic. 

«I miei genitori mi hanno insegnato a combattere»

Nell'intervista con Serena Bortone ha ringraziato i suoi genitori: "Mi hanno incoraggiato ad essere me stesso nella mia diversità. Mi hanno insegnato a combattere. A loro va il merito della persona che sono oggi e trovo che mi hanno trasmesso le cose più importanti, i valori fondanti su cui baso la mia vita". E poi ha rivolto anche un appello al papa "Riunisca i grandi della terra per sostenere la ricerca. 

lunedì 9 maggio 2022

Una mistress candidata per Calenda: «Bestemmia e percuote i genitali». Chi è Doha Zaghi, alias 'Lady Demonique'

Una mistress candidata al Consiglio comunale di Como, in una lista collegata ad Azione, il movimento politico di Carlo Calenda. È diventato un caso politico la candidatura di Doha Zaghi, 31 anni, in arte 'Lady Demonique', protagonista online di video hot: la sua prerogativa? Bestemmiare percuotendo i genitali del suo partner, una categoria hard a dir poco particolare. E ora Calenda fa marcia indietro e pensa di ritirare la sua candidatura, dopo che online è esplosa la bufera mediatica.

La lista 'Agenda Como 2030', nella quale c'è la stessa Zaghi, sostiene la candidatura a sindaco di Barbara Minghetti (esponente di una lista civica e sostenuta dal centrosinistra), ed esprime candidati di Azione, Italia Viva, +Europa e Volt. «Qual è il problema? - ha affermato Zaghi - Non sono una pornostar. Sono solo pregiudizi. Ho diverse amiche in Germania psicologhe che fanno anche la mia stessa professione. E così in America ci sono famose 'dominatricì con impegni importanti in politica».

Dall'altra parte, la candidatura è invece difesa dalla stessa Barbara Minghetti: «Doha ha contribuito con serietà e ricchezza di proposte al nostro lavoro sul programma. Capisco il bisogno di colorare la campagna elettorale, ma sarebbe bello che nel 2022 ci concentrassimo su cose serie» e anche la lista Agenda Como ha espresso solidarietà: «Le scelte delle persone nella loro vita privata appartengono a un'altra sfera rispetto all'esercizio costituzionale dei diritti politici. E non devono certo impedire di portare un contributo costruttivo alla comunità civile cui apparteniamo. Questo significa essere liberali».

La vicenda è ora in evoluzione perché Calenda, in un tweet pubblicato domenica ha affermato: «Ragazzi, scherzi a parte, come ovvio non conoscevo i trascorsi della signora in questione. Se si trattasse di fatti privati nulla questio, ma direi che non ci sono i presupposti perché sia una candidata di Azione». Ma che ne pensa la stessa Lady Demonique? La sua candidatura, dice, è un modo per capire se l'Italia può essere un Paese «senza pregiudizi» e «sessismo». «La mia candidatura - ha scritto - è un segnale per capire realmente se abbiamo le palle di vivere senza pregiudizi, sessismo e avvicinarci a quell'Europa e a quell'America tanto ammirata. In caso contrario l'Italia sarà solo la provincia dell'Arabia Saudita».

Da parte della segreteria di +Europa, invece, nessuna opposizione: «La candidatura di Doha Zaghi nella lista Como 2030, che +Europa sostiene alle amministrative di Como, non ci sembra una notizia né tantomeno in sé uno scandalo», afferma Giordano Masini, coordinatore della segreteria di +Europa. «Il sex work è un ambito lavorativo e come tale deve essere trattato, non solo in termini di pubblica opinione ma anche attraverso un impianto normativo che garantisca alle operatrici e agli operatori tutele, garanzie e diritti, evitando i rischi insiti nella clandestinità. Ci uniamo quindi alla solidarietà espressa nei suoi confronti da parte della candidata sindaca Barbara Minghetti e della lista Como 2030, e ci auguriamo che il confronto pubblico in vista delle elezioni amministrative si concentri sui programmi politici». 

Putin e la cravatta italiana alla parata del 9 maggio. Marinella: «Forse gliel'ha regalata Berlusconi»

Una cravatta scura a pois. Un modello classico e - probabilmente - italiano quello sfoggiato da Vladimir Putin nel giorno della parata della Vittoria del 9 maggio. «Penso proprio fosse una delle nostre, mi sembra proprio sia una delle mie. Si tratta di un modello punta a spillo blu e bianco, forse regalatagli da Silvio Berlusconi o forse facente parte di uno stock mandato al presidente Putin. Si tratta di un modello classico, elegante, che di solito si mette nelle occasioni importanti», ha spiegato Maurizio Marinella, a capo dell'omonimo marchio noto per le cravatte sartoriali, intervistato da Giorgio Lauro e Francesca Fagnani a "Un giorno da Pecora".

Secondo lei è probabile che il capo in questione sia stato acquistato da Putin o che glielo abbia regalato il Cavaliere? gli hanno chiesto i conduttori. «L'ultima fornitura fatta a Putin risale a circa un anno fa - ha detto a Rai Radio1 l'imprenditore partenopeo - tra cui questo modello che gli era stata spedita in grandi numeri. Diciamo che negli ultimi anni ne avremo mandate a Putin circa 3/400, di cui una grande parte regalate da Berlusconi, che è stato il 'creatorè e 'divulgatorè del modello». Quanto costa la cravatta in questione? «Centotrenta euro». A suo avviso anche le cravatte inviate al Cremlino vengono controllate a fondo per verificare siano 'sicurè? «Sicuramente sì - ha spiegato Marinella a Un Giorno da Pecora -, perché viene fatto un controllo, vengono aperti i pacchi, controllati per vedere che nelle cravatte non ci siano microspie ed altro, anche col metal detector».

sabato 7 maggio 2022

Vanessa uccisa con un ombrello: Doina Matei è nullatenente, i 760mila euro di risarcimento li pagherà lo Stato italiano

Sono passati circa 15 anni da quando Vanessa Russo, una ragazza di 22 anni, venne uccisa con un ombrello nella metropolitana di Roma da una ragazza romena, Doina Matei, poi condannata a 16 anni di pena, ma di recente tornata a piede libero. Dopo l'omicidio ci fu una causa civile per stabilire il risarcimento alla famiglia della vittima: quel risarcimento è stato quantificato in 760mila euro totali, che però non saranno a carico della giovane colpevole del delitto, ma dello Stato italiano.

Ne parla oggi il quotidiano Libero: essendo la Matei nullatenente e con due figli a carico, sarà dunque lo Stato a prendersi carico dell'indennizzo ai genitori e ai fratelli di Vanessa. Ai tempi la vicenda suscitò grande clamore: Doina, romena senza permesso di soggiorno, dopo un banale diverbio colpì Vanessa con la punta di un ombrello. Un colpo che provocò la morte della 22enne 'per sfondamento della calotta cranica'. La ragazza fu rintracciata e arrestata e poi condannata per omicidio preterintenzionale aggravato.

Nel 2012 iniziò la causa per il risarcimento davanti al Tribunale di Perugia: due anni dopo, ricorda Libero, la sentenza quantificò in 760mila euro totali l'indennizzo ai familiari di Vanessa, ma stabilì che Doina non potesse pagare un centesimo, perché nullatenente. A quel punto i Russo presentarono ricorso al Tribunale di Roma citando direttamente lo Stato italiano: e ora proprio lo Stato pagherà quel risarcimento. Una vicenda che ha davvero dell'incredibile.

Balotelli e le accuse di stupro, così l'avvocato e una ventenne gli chiesero 100mila euro. «Mi compro due Ferrari»

100mila euro in cambio del silenzio sulla presunta violenza sessuale subìta. E' quanto avrebbe chiesto una ragazza di Bassano del Grappa, ora 20enne, al calciatore Mario Balotelli. Ma, nonostante la richiesta, due anni fa si è comunque recata in Procura a Brescia per denunciare la violenza. Sul Corriere della Sera ci sono i contenuti di alcune intercettazioni che vedono protagonisti la ragazza di 19 anni e il suo avvocato Roberto Imparato, accusati dalle Procure di Vicenza e di Venezia, di tentata estorsione.

Secondo quanto emerso dalle chat e dalle conversazioni, con i 100mila euro di Balotelli il legale trevigiano Roberto Imparato avrebbe avuto in programma di comprare due Ferrari. La vicenda è iniziata nel 2017, quando la ragazza che all'epoca era 17enne, ha incontrato il calciatore a Nizza.

La ragazza avrebbe riferito di essere maggiorenne e, per dimostrarlo al calciatore stesso, avrebbe anche fornito la foto di un documento di identità, che poi si è scoperto essere della cugina. Poco tempo dopo la loro conoscenza, la giovane avrebbe chiesto a Balotelli 100mila euro in cambio del silenzio su una presunta violenza sessuale. Il calciatore non ha ceduto e sotto consiglio dei legali si è presentato negli uffici della Procura per denunciare la ragazza. La minore, dall'altra parte, avrebbe denunciato la violenza sessuale per poi tentare di vendere la notizia al settimanale "Chi" tramite l'avvocato. Ma il direttore della rivista aveva rifiutato il presunto scoop.

Il contenuto di chat e registrazioni è arrivato in aula anche ieri 6 maggio. Stando a quanto reso noto dopo il dibattimento, in alcune di queste telefonate la ragazza avrebbe raccontato a un'amica che l'avvocato le aveva consigliato di riferire a Balotelli di avere un trauma e di non riuscire più a frequentare regolarmente la scuola. «Devo dire queste cose a Mario, avrebbe spiegato la ragazza che progettava di registrare la conversazione così come da indicazione di Imparato, e devo pretendere le sue scuse. Così lo becco in pieno».

E, ad inchiodare Imparato, sarebbe una conversazione telefonica del 2017 con una collega. «Abbiamo registrato per 20 minuti – avrebbe spiegato dopo il confronto tra la ragazza e Balotelli -. Adesso voglio una Ferrari gialla e una blu. Abbiamo fatto cento prove, la ragazza è un'attrice nata». Balotelli ora si è costituito parte civile con gli avvocati Enrico Baccaro e Vittorio Rigo. Ai due ha chiesto 150mila euro di danni. Nei confronti del calciatore era caduta l'accusa di violenza sessuale già nell'agosto scorso.

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