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martedì 25 maggio 2021

La Rai querela Fedez dopo il concertone del Primo Maggio. «Diffamazione aggravata». La replica del rapper: «Denuncio Di Mare»

La Rai querela Fedez. Ora è ufficiale. «Apprendiamo oggi che 'la Rai ha conferito mandato ai propri legali di procedere in sede penale nei confronti di Federico Leonardo Lucia, in arte ' Fedez', in relazione all'illecita diffusione dei contenuti dell'audio e alla diffamazione aggravata in danno della società e di una sua dipendente avvenuti in occasione del concerto del 1° Maggio». Lo dichiara Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e capogruppo in Vigilanza Rai, in merito alla risposta alla interrogazione in Vigilanza sulle polemiche legate al concerto del Primo Maggio. Anche se il Rapper, nel corso della replica su Instagram ha precisato di essere stato querelato per diffamazione e danno d'immagine.

«Si tratta di un atto dovuto e doveroso - aggiunge Capitanio - perché su temi fondanti della nostra democrazia, come la libertà di espressione e il rispetto della persona, non è possibile scherzare né tantomeno organizzare show per un pugno di like. Noi speriamo solamente che emerga la verità: non abbiamo sete di vendetta e ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in audizione in Vigilanza. Quella sera sono state fatte e dette cose troppo gravi, sarebbe offensivo del nostro ruolo fare finta di niente».

LA RISPOSTA DI FEDEZ

Il rapper non ha tardato a commentare quanto avvenuto sul suo profilo Instagram. "Sono abiutato ad assumermi le mie responsabilità - dice Fedez - quindi affronto le conseguenze, ma bisogna ricordare come si è comportata la Tv di Stato in questa circostanza». A quel punto Fedez ricapitola quanto avvenuto, ovviamente secondo il suo punto di vista: dalle pressioni ricevute per rimouovere il nome degli esponenti leghisti autori delle frasi "incriminate" da lui ricordate sul palco, alla telefonata della dirigente di Rai Tre che ha definito "inopportuno" il suo intervento, fino alle accuse di aver mentito circa la volontà di "censura" da parte della Rai.

Poi Fedez passa all'attacco e accusa la Rai di aver agito in maniera scorretta. Secondo il rapper lui avrebbe affrontato le conseguenze della pubblicazione della telefonata privata pubblicandola sui social, mentre i dirigenti Rai - che anch'essi hanno registrato la telefonata - secondo il rapper l'avrebbero passata ai giornalisti, rifugiandosi in questo modo dietro il dovere dei cronisti di tutelare le fonti: "Vigliaccheria di stato", conclude. 

Lo sfogo di Fedez non si ferma. Secondo il rapper non c'è alcuna differenza - come sostengono invece i vertici Rai - tra l'audio tagliato postato su twitter dal cantante e l'audio completo messo a dispozione da Viale Mazzini. "Anzi - aggiunge - l'audio integrale è anche peggio". Poi continua: "Spero di poter parlare in Commissione di Vigilanza Rai, e - specifica - ho ancora tante cose da pubblicare". 

«Più o meno - dice ancora Fedez - sapevo come sarebbe finita e sono felice di questo, perché ci sono tante cose secondo me che devono emergere, per esempio come ha fatto La lega a diramare un comunicato stampa sei ore prima che io salissi sul palco, dicendo 'se Fedez sale sul palco a leggere il suo testo la Rai non deve pagare il concertonè? Come facevano a sapere quello che avrei detto sei ore prima di salire sul palco? Per tutti quelli che dicono 'eh, però alla fine sei potuto salire sul palco a dire quelle cosè, sì, al netto che queste cose non dovrebbero succedere a prescindere, però potrebbe essere che io subito dopo quella telefonata abbia chiamato l'organizzatore dell'evento e gli abbia detto che avevo registrato tutta la telefonata perché mi piace giocare a carte scoperte, e guarda un pò subito dopo mi è stato detto che potevo salire sul palco»

Infine, Fedez si dice orgoglioso di quanto fatto. "Non lo faccio - continua - per vendere qualche smaltino in più. Perché io la mia famiglia la garantisco anche senza "smaltini". E poi aggiunge: «La cosa che veramente mi mette una tristezza infinita - conclude Fedez - è che a comunicare la querela della Rai è stato un leghista della commissione di Vigilanza Rai, che ha detto che su quel palco io avrei detto delle cose gravissime. Amico Fritz della Lega - dice rivolgendosi a Massimiliano Capitanio - le cose che ho detto sono parole di gente del tuo partito che è ancora lì dentro a fare carriera e che intervistata dopo il Primo maggio ha ribadito che i gay e i matrimoni omosessuali porterebbero all'estinzione della razza umana. Ma dove cazzo vivete?»

Continuano le storie di Fedez che fa una precisazione, ovvero quella di non essere stato denunciato per la divulgazione del video: «Io sono stato denunciato per diffamazione e danno d'immagine e siccome il direttore di Rai 3, il signor Di Mare, in commissione di Vigilanza ha detto che avrei organizzato un complotto con dei giornalisti per tramarealle sue spalle, non sapevo chi ca**o fosse fino al 3 di maggio, faccio un "Atto doveroso" come lo direbbero i leghisti: denuncerò per diffamazione il direttore di Rai 3. Iniziamo le danze. Ci divertiremo un sacco per i prossimi 3-4 anni.


domenica 9 maggio 2021

Fedez, Baudo: «Se avessi condotto io il Concertone avrei spento telecamere»

Pippo Baudo contro Fedez. «Se avessi condotto io il Concertone del Primo Maggio avrei spento le telecamere a Fedez durante il suo discorso. Per querelarlo è troppo tardi, equivarrebbe solo fargli il doppio della pubblicità».  La vede così Pippo Baudo che all'Adnkronos spiega: «Fedez ha esagerato. Poteva fare spettacolo, mentre fa ogni cosa per essere protagonista. E ha sbagliato a fare quel discorso in una sede che non era sua. L'errore che ha commesso la Rai - scandisce Baudo - è stato quello di non dire semplicemente che quel palcoscenico era il suo e a lei competeva l'autorizzazione. Chiedere il testo dell'intervento di Fedez è stato senza dubbio corretto. Se tu vieni a casa mia e io ti ricevo nel mio salotto, io voglio sapere cosa ci vieni a fare. E poi gli argomenti che Fedez ha toccato sono complicati e non si può utilizzare il mezzo pubblico in maniera così indiscriminata. Bisogna stare attenti perché si ripercuote sulla società in modo divisivo».

«Quanto si prefigge il Ddl Zan è già previsto dalla nostra Costituzione nei primi 12 articoli, quelli fondamentali. Lì si legge chiaramente, al primo comma dell'articolo 3, che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, oltre che di condizioni personali e sociali. Il Ddl Zan è un raddoppio». 

Pippo Baudo, conversando con l'Adnkronos, si sofferma sul disegno di legge che sta facendo discutere da tempo politici e personaggi pubblici, vieppiù dopo il discorso di Fedez sul palco del Concertone del Primo Maggio. «Abbiamo fra le più belle carte costituzionali del mondo - rimarca Baudo - È inutile aggiungere un'altra legge che confonde le cose. La nostra Costituzione è perfetta ed è garantista al massimo. Il Ddl Zan è la complicazione delle cose semplici. La vita che facciamo e, in particolare, la vita che conduciamo in Italia, ci ha dato tutte le marce che ci servono per vivere tutti insieme con tutte le diversità e le mentalità che si possono avere».

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