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martedì 16 novembre 2021

Gf Vip, Signorini nella bufera e Endemol prende le distanze: «L'aborto è un diritto di ogni donna»

La bufera social attorno ad Alfonso Signorini dopo le sue dichiarazioni riguardo all'aborto non sembrano placarsi e anche la Endemol prende le distanze da quanto detto dal conduttore del Grande Fratello Vip. Signorini, nella puntata andata in onda ieri sera, ha dichiarato: «Noi siamo contrari all'aborto in ogni sua forma» e la polemica nata tra i telespettatori ha costretto la società di produzione e distribuzione televisiva italiana a prendere le distanze. 

Nella serata di ieri, infatti, nel solco dello scherzo a Giucas Casella che va avanti da settimane, ovvero l'accoppiamento del suo cane femmina con un altro di grossa taglia, Signorini ha stuzzicato il concorrente sulla possibilità di una cucciolata in arrivo. Casella si è rifiutato di accogliere l'idea pacificamente e ha incluso, nel novero delle ipotesi, proprio la possibilità che la cagnolina, a quanto pare incinta, possa appunto abortire. Proprio in risposta a questo è arrivata la precisazione di Signorini che ha incendiato il dibattito sui social network: «Siamo contrari all'aborto in ogni sua forma, anche quello dei cani non ci interessa». 

Puntuale è arrivata la nota di Endemol Shine Italy che ha così dichiarato: «Nella puntata di ieri di Grande Fratello Vip, Alfonso Signorini ha espresso la propria opinione su un tema importante e sensibile come quello dell'aborto, che è un diritto di ogni donna sancito dal nostro ordinamento. Pur rispettando le opinioni di ognuno, come Endemol Shine Ital esprimiamo la nostra distanza dalla sua personale posizione. In tutte le comunità e in tutti i gruppi di lavoro le opinioni possono essere diverse, e Grande fratello si distingue da sempre per essere attento a tutte le evoluzioni della società e al rispetto dei diritti civili»

giovedì 13 maggio 2021

Selvaggia Lucarelli contro Giorgia Meloni: «Hai scritto che tua madre disse no all'aborto? Ma era illegale»

Qualche giorno fa è uscita in libreria l’autobiografia di Giorgia Meloni, Io sono Giorgia, e subito spunta il primo ‘caso’. Riguarda un passo del libro della leader di Fratelli d’Italia, in cui la Meloni dice che non sarebbe mai dovuta nascere, perché sua madre, quando rimase incinta di lei, pensò seriamente ad abortire, cambiando idea all’ultimo per poi portare avanti la gravidanza.

Come sottolinea però Selvaggia Lucarelli su Tpi e sul suo profilo Twitter, c’è una stranezza nel racconto della Meloni: quest’ultima è nata nel 1976, mentre la legge sull’aborto risale al 1978. Quindi, si chiede la Lucarelli, i casi sono due: o sua madre le ha mentito, oppure mente lei nel suo racconto. Quando la madre di Giorgia Meloni era incinta - scrive - la legge sull’aborto non esisteva. Così la giornalista: «Nel 1976 l’aborto era illegale. Non funzionava così. Hai mentito tu o tua madre?» E ancora: ««C’è solo un problema in questo racconto scritto con quell’impellente bisogno di verità che Giorgia Meloni si porta dentro: e cioè che quando la madre di Giorgia Meloni era incinta di Giorgia Meloni la legge sull’aborto non esisteva».

Nel 1976 l’aborto era un reato e si rischiava una condanna dai 2 ai 5 anni di prigione: secondo la legge dell’epoca una gravidanza poteva essere interrotta solo «quando l’ulteriore gestazione implichi danno, o pericolo, grave, medicalmente accertato nei sensi di cui in motivazione e non altrimenti evitabile, per la salute della madre». Solo due anni dopo, nel maggio ’78, arrivò la legge 194 che introdusse l’interruzione di gravidanza entro i primi tre mesi, escluso l’aborto terapeutico.

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