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mercoledì 22 settembre 2021

Abusava dei baby calciatori al campo sportivo: in manette finanziere-allenatore

Indossava la divisa e faceva l'allenatore di calcio, ma per molti bambini era diventato un vero e proprio incubo. Un brigadiere delle guardia di finanza è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile di Palermo per violenza sessuale nei confronti di sette bambini, tra i 9 e gli 11 anni.

La vicenda, ricostruita oggi dal Giornale di Sicilia, risale all'agosto scorso, ma la notizia è stata diffusa solo nella giornata di ieri, quando l’accusa ha chiesto un incidente probatorio, in programma nei prossimi giorni. Gli abusi sarebbero avvenuti nel centro sportivo delle fiamme gialle di Palermo, in via Messina Marine. Proprio nella struttura sportiva è stato bloccato in flagranza di reato Gianfranco Cascone, 54 anni, in servizio come centralinista, dopo che gli investigatori avevano piazzato alcune telecamere nascoste.

L'operazione era scattata lo scorso 12 agosto. All'incidente probatorio parteciperanno, non solo le 7 presunte vittime, ma anche altri 3 minorenni che potrebbero fornire nuovi particolari sulla vicenda. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della squadra mobile che hanno ricevuto una prima denuncia dalla mamma di uno dei bimbi che sarebbero stati molestati da Cascone.

Il brigadiere era l'allenatore della squadra di calcio dei piccoli, tanto che i bambini lo chiamavano «mister»; proprio durante questa attività sarebbero avvenuti gli abusi. Le accuse avrebbero trovato riscontro dalle immagini della telecamera nascosta nel centro sportivo che hanno fatto scattare l'arresto in flagranza. Gli agenti infatti si trovavano nelle vicinanze, sospettando che il sottufficiale potesse compiere altre violenze.

venerdì 9 aprile 2021

Anna Bettozzi, l'aspirante popstar in manette per affari con la camorra

Hanno fatto il pieno. Non di benzina ma di arresti, richiesti ed eseguiti da ben tre Procure. Tra le 71 persone finite in manette, c'è anche la 56enne imprenditrice romana del settore dei carburanti, Anna Bettozzi in arte Anna Bettz, cantante e ricca ereditiera del petroliere Sergio Di Cesare. «Ah Piè, io dietro c'ho la camorra!».

Era pienamente consapevole di chi erano i suoi nuovi soci in affari Anna Bettozzi. Lei, che si vantava al telefono di avere avuto come soci Tronchetti Provera e Berlusconi, aveva trovato più redditizio legarsi a gruppi camorristici. E gli affari non a caso andavano a gonfie vele.

Ma ieri all'alba i finanzieri del Gico ed i carabinieri del Ros hanno fatto irruzione nelle abitazioni degli indagati per notificare le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal giudice per le indagini preliminari Tamara De Amicis. Per tutti le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso (costituita per la commissione di plurimi reati tributari), all'illecita commercializzazione di prodotti petroliferi, al riciclaggio ed all'autoriciclaggio per agevolare le attività di associazioni di tipo mafioso.

I riflettori, neppure a drlo, si sono subito accesi sulla Bettozzi, cui viene attribuito anche il pagamento in nero di una parcella all'attore Gabriel Garko. Petrol Mafie Spa, così gli investigatori hanno battezzato la vasta operazione anticrimine che fatto emergere la gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose nella commercializzazione di carburanti.

Il business miliardario di oltre un miliardo di euro, che consisteva oltre che nel contrabbando di benzina anche nella creazione di società cartiere che gestivano il trasporto con le cisterne, era stato messo in piedi da vari clan della camorra e della ndrangheta, come i Moccia, i Mazzarella e le cosche calabresi dei Mancuso, dei Bonavota, degli Anello, dei Piscopisani, dei Piromalli e dei Pelle. La cerniera, tra le organizzazioni criminali e la famiglia Di Cesare, secondo quanto è emerso dalle indagini era Felice D'Agostino. Quest'ultimo è marito di Virginia Di Cesare, figlia di Anna Bettozzi.

Amicizie pericolose, consulenti aziendali disonesti che, si presentavano come i salvatori e i ristrutturatori dell'azienda in crisi, hanno trascinato l'impero economico creato da Sergio Di Cesare ed ereditato dalla Bettozzi prima nel vortice dei debiti tributari, e poi nelle braccia del crimine organizzato. Le indagini sono ancora in corso e riguardano colletti bianchi e politici a servizio del business criminale.

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