giovedì 27 maggio 2021

Morta Isabella de Bernardi: è stata Fiorenza, la fidanzata hippy di Verdone in «Un Sacco Bello»

È morta Isabella De Bernardi, attrice e pubblicitaria, diventata popolare e ancora ora lo era a distanza di oltre 40 anni, per il ruolo della fidanzata hippy di Carlo Verdone in “Un Sacco Bello” (1980). Era nata a Roma il 12 luglio 1963, figlia dello sceneggiatore Piero. L'esordio al cinema fu nel segno di Verdone che le offrì il ruolo di Fiorenza dopo averla vista girare a casa del padre durante la stesura della prima sceneggiatura.

Altri ruoli al cinema sempre nei film di Verdone: Borotalco (1982) e Il bambino e il poliziotto (1989). E poi con Alberto Sordi ne Il Marchese del Grillo (1981) e Io so che tu sai che io so (1982). Aveva partecipato anche ad una delle prime serie lunghe italiane, I ragazzi della III C, ma è con la hippy dalla parlata biascicata, dalle parolacce facili in romanesco ('a fasciò diceva al padre di Carletto ossia Mario Brega, oppure «…A st****o, punto esclamativo») che riuscì a dare una specie di istantanea d'epoca rimanendo a quella ragazzina legata per sempre. Lasciò il cinema per trovare la sua strada nella passione per il disegno e la grafica: fino a divenire direttrice artistica presso l'agenzia Young & Rubicam e art director. È scomparsa oggi prematuramente per un male incurabile.

IL RICORDO DI CARLO VERDONE
Sulla sua pagina Fb Carlo Verdone ha annunciato la morte di "Fiorenza". «Non ce la faccio più - ha detto il celebre attore romano - a fare questi necrologi. Stiamo perdendo un sacco di persone che conosciamo e alle quali vogliamo bene. Oggi mi hanno avvertito che Isabella De Bernardi la Fiorenza di un sacco bello non c'è più, è andata via per un male incurabile. Resterà sempre per me una cara amica, un'attrice che mi ha esasltato, con una scena importante, una persona spiritosa, che resterà sempre nell'immiginario collettivo per quella frase "Guarda che io a mi padre j'ho già sputato in faccia, attento, fascio, che nun ce metto niente!". Riposa in pace Isabella, ti mando un bacio enorme da qui.

LE FRASI CULT DI FIORENZA IN UN SACCO BELLO
Professore: Per quel che mi riguarda io amo citare un episodio. Era l'inverno del 1959 che, fra parentesi, fu un inverno estremamente rigido, mio figlio Gabriele, che a quel tempo aveva quindici anni, non sopportando una mia giusta osservazione uscì di casa sbattendo la porta. Io allora lo raggiunsi e lo fissai negli occhi e gli dissi: domattina andrai a scuola senza scarpe, a piedi nudi! La sera stessa trovai sul cuscino del mio letto un biglietto: sapete cosa c'era scritto?

Fiorenza: A stronzo. Punto esclamativo.

Ruggero: [parlando del padre] Mo hai capito perché me ne so' annato de casa du' anni fa.

Fiorenza: 'a faccia der fascio ce l'ha.

Ruggero: Ma n'è manco fascio, magari fosse fascio, per lo meno avrebbe fatto 'na scerta na'a vita.

Mario: Ma 'n padre pò avè un fijio così, senza 'na casa, senza 'na famijia, co 'e pezze ar culo, ai semafori a chiede l'elemosina?!...E co 'sta stronza che so du' ore che sta a masticà! Ma che te ciancichi, aoh!!?

Fiorenza: Guarda che io a mi padre j'ho già sputato in faccia, attento, fascio, che nun ce metto niente!

Mario: A me fascio? Io fascio? A zoccolè, io mica so' comunista così, sa! So' comunista così!!

Ruggero [dopo aver sentito un'esplosione]: Io v'o sempre detto che sta città me stava su le palle! Menomale che quando dico che bisogna sta più a contatto col verde me pijate tutti p'er culo...

Fiorenza: Sì però pure 'a campagna è 'na palla!

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