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mercoledì 3 agosto 2022

Chiede di essere pagata: «Dove sono i miei soldi?». E il datore di lavoro la picchia a calci e pugni

Si è presentata dal suo datore di lavoro, chiedendo di essere pagata. Ma è stata aggredita, in una escalation di violenza, con calci e pugni. Il tutto, in diretta sui social.

La denuncia social
L'episodio è stato denunciato da una pagina Facebook, 'Il pagamento? Poi vediamo - Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria'. Nel post si vede il video della diretta fatta dalla giovane donna, originaria dell'Africa, che si era presentata nella struttura balneare dove lavora, chiedendo al datore di lavoro: «Dove sono i miei soldi? Io da qui non me ne vado». Secondo quanto riportato dalla pagina Facebook, l'episodio sarebbe avvenuto a Soverato Marina (Catanzaro).

L'aggressione
«Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri. Questa è casa mia», la replica del datore di lavoro. Che poi, quando scopre che la ragazza sta riprendendo tutto in una diretta social, diventa sempre più aggressivo, fino a prenderla a calci e pugni, tentando anche di distruggere il cellulare.

Chi è la vittima
La vittima dell'aggressione si chiama Beauty ed è una giovane donna straniera, mamma di una bambina di quattro anni. Dopo l'aggressione non aveva sporto denuncia, ma si era presentata al pronto soccorso per farsi medicare: è stata poi dimessa e ora sta bene, secondo quanto denuncia l'associazione calabrese che denuncia soprusi sul lavoro, che si è offerta di fornirle assistenza legale e sindacale. «Il locale non è nuovo a cose di questo tipo, anche l'anno scorso ha avuto gli stessi atteggiamenti con il figlio della signora del video - aggiunge l'associazione - La ragazza ha già un avvocato, gli abbiamo offerto assistenza sindacale per recuperare immediatamente le spettanze (poi l'iter penale per l'aggressione segue un altra procedura)».

Le reazioni
Mentre i carabinieri stanno indagando sull'accaduto, non si sono fatte attendere le reazioni di condanna della politica, specialmente quella locale. Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha scritto su Twitter: «Dalla bellissima Soverato arriva una brutta storia. Il lavoro - che non deve in alcun modo somigliare alla schiavitù - si paga, sempre. E deve essere regolare: il nero o il fuori busta sono contro la legge. Solidarietà a Beauty. Gli inquirenti facciano piena luce su quanto accaduto».

Anche Ernesto Magorno, senatore e coordinatore regionale di Italia Viva, ha condannato l'aggressione: «Chiede di essere pagata per il suo lavoro e viene aggredita. Enorme dispiacere per quanto successo a #Soverato. Ogni atto di violenza è da condannare fermamente, sia fatta piena luce su quanto accaduto».

«A Soverato ennesima scena di razzismo, ennesima violenza su una donna, ennesimo mancato rispetto di una lavoratrice» - ha scritto sui social Caterina Bini, senatrice del Pd e sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento - «Condanno fermamente quanto avvenuto e invio a Beauty, la giovane ragazza nigeriana aggredita e alla sua famiglia un abbraccio di solidarietà e vicinanza».

giovedì 21 luglio 2022

Tatuaggi e operazioni, si trasforma in "Black Alien", poi la beffa: «Non trovo lavoro, le persone mi giudicano»

Un uomo che ha intrapreso un progetto di modifica del corpo per diventare un "alieno nero" ha parlato del lato oscuro della sua estrema trasformazione: la difficoltà nel trovare lavoro. Anthony Loffredo, questo il nome del "black alien" che ha raccontato il suo processo di modifica su Instagram, è facilmente riconoscibile tra la folla: il suo corpo è interamente ricoperto di tatuaggi scuri e sfoggia diversi impianti, tra cui sulla testa e sulle braccia, oltre ad avere i bulbi oculari iniettati di inchiostro e la lingua biforcuta. 

Di orgine francese, Loffredo ha iniziato a creare il suo look da rettile all'età di 27 anni e nell'arco di sette anni è riuscito a raccogliere 1,2 milioni di follower sui social. Ora, nonostante abbia contemplato ancora più interventi chirurgici e modifiche del corpo, Black Alien ha messo in guardia gli altri dal seguire le sue orme. «Questo tipo di cambiamento non è solo un tatuaggio, è qualcosa di più grande», ha sottolineato, parlando al podcast Club 113. «Non riesco a trovare un lavoro, ci sono molte cose negative. Potrebbe essere positivo perché ti fa sentire meglio, ma devi sapere che c'è anche un lato oscuro». In un'altra parte dell'episodio del podcast, il francese ha raccontato di come le persone attraversino persino la strada per evitarlo, ammettendo che molti non capiscono il suo progetto. Ha detto: «È una lotta tutti i giorni, perché ogni giorno trovi nuove persone che non capiscono, che vogliono giudicare. È la vita, non tutti capiscono tutto. Come me, non capisco molte cose di molte persone. Non puoi giudicare qualcuno, nessuno sa cosa c'è nella testa di qualcuno, perché lo stanno facendo, devi parlare con questa persona».

La trasformazione e la normalità

Per ottenere la sua immagine extraterrestre, Anthony si è fatto amputare due dita sulla mano sinistra, così come le orecchie, e ha oltre 40 impianti nella sua testa. Ma, nonostante il suo aspetto radicale, l'appassionato d'arte ha sottolineato che vuole essere trattato come tutti gli altri. Ha sottolineato: «Sono un ragazzo normale, lavoro, ho una famiglia... Mi piace essere guardato come un ragazzo normale con un lavoro, una famiglia, un'amica, una ragazza, tutto questo. Questo è ciò che mi rende normale».

mercoledì 29 giugno 2022

Operai torturati dal datore di lavoro: «Martellate, elettrochoc e acqua gelata». Le immagini choc

Mentre in Italia tanti imprenditori lamentano la mancanza di personale puntando il dito sul reddito di cittadinanza o sulla scarsa voglia di lavorare dei giovani, e dall'altra parte si ribatte sottolineando le paghe da fame in troppi settori lavorativi, altrove il dibattito monta su questioni decisamente più gravi. Orrore e sdegno ha provocato nelle ultime ore in Libano la diffusione di un video in cui si ritraggono sedici operai agricoli, tra siriani e libanesi, tra cui minori, torturati, percossi, umiliati per lunghe ore dal loro datore di lavoro, di nazionalità libanese, nel Monte Libano a nord-est di Beirut.

Il quotidiano libanese francofono L'Orient-Le Jour e altre piattaforme media hanno dato ampio risalto alla vicenda che ha spinto a intervenire lo stesso ministro degli interni libanese, Bassam Mawlawi, e il capo della polizia Imad Osman, sollecitando le autorità investigative e giudiziarie competenti. Le presunte violenze - a quanto pare scatenate dopo la richiesta da parte degli operai di ricevere il salario settimanale - sono state riprese da un filmato, datato 20 giugno, e sono state compiute nella zona di Akura, nel distretto montagnoso di Jbeil (Byblos) a nord-est di Beirut.

Il presunto colpevole, Charbel Tarabey, e suoi quattro complici sono ora in stato di fermo con l'accusa di «sequestro di persona, torture, minacce, uso di armi». Muhammad Baarini, avvocato delle presunte vittime - 13 siriani e tre libanesi - ha affermato ai media che Tarabey e i suoi complici rischiano ora una pena massima di tre anni. Nel filmato si mostrano i 16 operai agricoli allineati in piedi di fronte a un muro, senza vestiti, legati a catene, ciascuno con una patata infilata nella bocca. Fuori campo si sentono le urla di Tarabey e di altri suoi complici che urlano agli operai mentre vengono percossi ripetutamente e insultati. Secondo le testimonianze, raccolte dagli investigatori e recepite dalla procura di Jbeil, gli operai, tra cui figurano adolescenti, sono stati torturati per lunghe ore con fili elettrici, martelli, bastoni, storditi con getti di acqua gelata e scariche elettriche.

domenica 25 luglio 2021

Ultime notizie sul caso della ginecologa scomparsa dopo essersi dimessa all'ospedale di Trento. Il fidanzato di Sara Pedri, Guglielmo Piro, rivela un retroscena inquietante sul trattamento della dottoressa all'interno del reparto: «Costretta per un intero pomeriggio a rimanere in una stanzetta da sola senza far nulla e solo alle 21, terrorizzata dalla neve, è riuscita ad andarsene e prendere l'auto per tornare a casa». Piro lo ha rivelato in una intervista al portale news ildolomiti.it. 

«Dopo questo episodio - aggiunge Piro - ha smesso di raccontarmi quello che le succedeva. Ha iniziato a cambiare atteggiamento nei confronti dell'ambiente di lavoro. Aveva paura ed ha iniziato ad andare al lavoro controvoglia. Io le dissi - racconta il fidanzato - di dimettersi perché quello era un ambiente malsano. Ma da quel momento non mi ha più raccontato quello che le accadeva al lavoro, mi diceva solo che aveva avuto un'altra giornata nera o un'altra giornata difficile.» Sulle indagini spiega che «se c'è un colpevole pagherà ma non vado a puntare il dito contro nessuno. A me interessa solo di Sara e che torni da noi».  

mercoledì 23 giugno 2021

Mauro Romano, i genitori del bimbo scomparso vicini alla verità? Eleonora Daniele si commuove a Storie Italiane

Storie Italiane, la trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele, torna sul caso di Mauro Romano, il bambino scomparso 44 anni fa. In apertura di puntata però la madre dello scomparso, Bianca, esordisce: «Il lavoro che avete fatto è stato grande, Eleonora. Sono felicissima di essere arrivata a questo punto e non dimenticherò mai quello che avete fatto per tutti i giorni della mia vita. Ma non posso dire di più».

Una frase che gela Eleonora Daniele che intuisce che potrebbe essere arrivata dopo tanti anni una risposta che ha, appunto, reso felice la famiglia Romano.  La conduttrice chiede di poter capire meglio, ma Bianca ribadisce: «Sono felice, Eleonora. Devi capire tutto da questa frase. Non pensare che io mi dimentichi di voi». A questo punto la Daniele non trattiene più la sua emozione, spiega di essere felice per questa famiglia e di partecipare alla loro gioia. Gli occhi lucidi e la voce rotta confermano la grande emozione. Il padre di Mauro, Natale, a questo punto aggiunge: «Abbiamo ricominciato a vivere, perché dopo anni di profonda sofferenza siamo giunti a un traguardo piuttosto confortevole. Provate a immedesimarvi nel dolore che provavamo verso nostro figlio, che non si riusciva a capire che fine avesse fatto. Adesso siamo arrivati a una conclusione che ci lascia sperare di poter essere contentissimi».

In questo scenario anche il legale della famiglia Antonio La Scala, ringrazia la Daniele e smentisce ulteriormente la pista dell'imprenditore arabo: «La famiglia araba ha sempre negato dal 2007 che quel ragazzo fosse Mauro. Anche il padre, quando fu ascoltato dal console italiano nel 2008, ha sempre sottolineato come non si trattasse del bimbo scomparso in Italia». Ora però se qualcosa sembra essere più chiaro l'avvocato spiega che c'è tutta una questione giudiziaria da dover ancora risolvere e sulla quale continueranno ad andare avanti perché venga fatta chiarezza. 

lunedì 14 giugno 2021

Maria Amelia Monti, il dolore a Verissimo: «È in una clinica, non è sempre presente...». Silvia Toffanin commossa

Maria Amelia Monti, il dolore a Verissimo: «È in una clinica, non è sempre presente...». Silvia Toffanin commossa. Oggi, l'attrice milanese è stata ospite nel salotto di Canale 5 e si è raccontata a cuore aperto, tra lavoro e vita privata. Maria Amelia Monti parla anche del rapporto delicato con la sua mamma.

«Mia madre - dice - ha 98 anni, è in una clinica e purtroppo non è sempre presente a se stessa. Ma anche nella vecchiaia è ancora molto creativa. La vado a trovare con il cane e lei è contenta. Vengo da una famiglia di architetti. Sono la terza figlia, ho differenza di età con le mie sorelle. Non sono stata seguita tantissimo e all'inizio non diedero peso alla mia decisione di fare l'attrice. Ma questo mi ha responsabilizzato. All'inizio ho ricevuto tante bocciature. Ma se una ragazza continua, vuol dire che è determinata. All'Accademia dei Filodrammatici, l'insegnante di dizione mi trattava malissimo per la mia r moscia».

Maria Amelia Monti parla anche del suo rapporto con Gerry Scotti: «Io nell'immaginario collettivo, dopo dieci anni dalla fine della sit-com, sono ancora la moglie di Gerry Scotti. C'è un legame fortissimo con lui. Ho girato gli ultimi quattro episodi incinta e con le stampelle (perché mi ero rotta la gamba), facendo solo i primi piani».

Poi, l'attrice parla della sua famiglia: «Con mio marito ho due figli naturali e un figlio adottato. Dopo i 40 anni volevo fare il terzo figlio, ho deciso di adottare. Dopo quattro anni, mi hanno chiamato e mi hanno detto 'abbiamo trovato vostro figlio'. Siamo andati in Etiopia a conoscerlo. Quando i miei figli Marianna e Leonardo hanno accolto Robel, è stato più emozionante del parto».

venerdì 4 giugno 2021

Matteo Salvini porta i fiori a Lilli Gruber, la foto: «Promessa mantenuta»

Il leader della Lega Matteo Salvini si è presentato negli studi di La7 per partecipare alla trasmissione Otto e mezzo, con un mazzo di fiori per la conduttrice Lilli Gruber e ha dichiarato: «Dopo il Covid non è più tempo di bisticciare... Il tempo che il buon dio ci dà, usiamolo per costruire».

Il leader ha poi affrontato il tema della fede: «La fede - ha detto - l'avevo lasciata in terzo piano, dopo il lavoro, la famiglia... e devo dire che ritornare a credere ti dà più forza nella vita quotidiana. Non c'entra nulla con la politica, è una semplice volontà di condivisione. Tanto i cattolici, che sono persone intelligenti, non votano in base a un rosario o ad una preghiera, ma al supporto che diamo alla famiglia o difendendo la vita o la disabilità. Non ostento la fede, e non lo faccio per prendere più voti sicuramente» . 

giovedì 3 giugno 2021

Il paese europeo in cui la Corte Suprema riconosce il primo sindacato delle prostitute (ma ad una condizione)

C'è un paese europeo in cui la Corte Suprema ha riconosciuto legalmente, per la prima volta, un sindacato di prostitute (anche se ad una precisa condizione). Si tratta della Spagna, in cui alle lavoratrici del sesso è stato riconosciuto il diritto di associarsi per avere più diritti e tutele, a patto che l'attività di lavoro sia autonoma.

Una condizione assolutamente necessaria, quella stabilita dalla Corte Suprema della Spagna, per evitare casi di sfruttamento. La decisione presa dall'alto tribunale è quella di accogliere il ricorso presentato dal sindacato Organizzazione delle Lavoratrici Sessuali (Otras) rispetto a una sentenza, emanata precedentemente da un'altra corte, che non riconosceva il suo statuto. In quel caso, i giudici considerarono che lo statuto prendeva in considerazione anche prostitute che lavorano per conto di terzi.

Prima di quella decisione giudiziaria, il Ministero del Lavoro aveva inizialmente riconosciuto la legittimità di Otras, un fatto che provocò una crisi interna al governo socialista di allora e colse di sorpresa la ministra Magdalena Valerio, che si disse contraria a questo riconoscimento. La sentenza odierna, invece, afferma che lo statuto di Otras «è conforme al diritto» e che le persone che svolgono lavori sessuali in autonomia «hanno diritto alla libertà sindacale». Il comunicato stampa aggiunge che Otras ha riconosciuto che il lavoro sessuale per conto di terzi non può essere contemplato tra le attività tutelate dallo statuto.

La Corte Suprema afferma inoltre che la determinazione della legalità o illegalità della prostituzione dipende dal potere legislativo e non dallo statuto di un sindacato. Come segnalano i media iberici, in Spagna non c'è una legge che stabilisca chiaramente se la prostituzione è legale o meno. L'attuale premier, Pedro Sánchez, promise nel 2018 che se ne sarebbe approvata una contro lo sfruttamento sessuale, ma quel momento non è ancora arrivato.

sabato 29 maggio 2021

In attesa del viaggio di nozze, Giorgia Palmas si gode le terme… a Milano

Una coppia che ama l’acqua. L’affinità è al massimo livello per Filippo Magnini e Giorgia Palmas. Entrambi sono nati in città di mare, a Pesaro lui, in Sardegna lei. Lui per lavoro è sempre in piscina, lei adora la spiaggia ma si rilassa anche nelle acque milanesi delle terme. E così, in attesa della luna di miele sulla sabbia sarda, ecco la ex velina in costume da bagno super sexy in città…

Si sono sposati qualche settimana fa con una cerimonia intima e molto romantica. Avevano rimandato il sì per ben due volte, ma questa volta non hanno voluto aspettare oltre. Il rito in Comune è stato riservato a pochi amici e familiari ma presto faranno il bis e questa volta sarà in grande stile con una festa con tutti gli amici. Per la luna di miele andranno in Sardegna, nel mare della Palmas dove ogni anno la ex velina ritorna per trovare amici e famiglia. 

Intanto Magnini e la Palmas non si fanno certo mancare delle pause acquatiche dalla quotidianità cittadina. Lui nuota per lavoro, lei si concede un po’ di relax alle terme. Sfodera un costume da bagno intero nero che lascia intravede il décolleté florido e le curve sexy. Si immerge come una sirenetta facendo sognare i follower in attesa di vederla sulla spiaggia con il marito… 

mercoledì 26 maggio 2021

Kim Kardashian citata in giudizio dai suoi domestici: sottopagati e senza pause

Kim Kardashian sta affrontando le accuse di ben sette membri del suo staff domestico della casa californiana della star, secondo cui sarebbero sottopagati e sottoposti a turni di lavoro che non prevederebbero pause.

Ricorrono in giudizio, una causa civile al tribunale di Los Angeles, per vedersi pagati gli straordinari, le spese extra e per obbligare la propria datrice di lavoro a rispettare le pause, tutti elementi che finora secondo i querelanti sarebbero violati dalla Kardashian.

NBC News riferisce che nel ricorso i querelanti dichiarano, tra le varie accuse, di “non aver mai ricevuto buste paga, che non venivano pagati in periodi regolari, non gli venivano forniti pasti e momenti di riposo, non gli era dato modo di segnare le ore lavorate, non gli venivano  gli straordinari”. Per un totale di oltre 25mila dollari.

Un rappresentante della Kardashian ha dichiarato che la star non può essere ritenuta responsabile, dal momento che i lavoratori erano assunti attraverso un “fornitore” esterno: «Questi lavoratori erano assunti e pagati da una terza parte incaricata da Kim a gestire i servizi». 

Così, Kim “non sarebbe responsabile di come il fornitore gestisce i propri affari e degli accordi tra questo e il suo staff. Kim – prosegue la nota del rappresentante della Kardashian – ha sempre pagati il fornitore per i propri servizi e spera che i problemi con i lavoratori possano essere risolti presto e amichevolmente”.


giovedì 20 maggio 2021

Demi Lovato fa coming out: «Sono di genere non binario, cambio il mio pronome in 'loro'»

La cantante Demi Lovato in un video seguito da un lungo thread sul suo profilo Twitter fa coming out e fa discutere: «Sono di genere non binario». L'artista spiega di aver fatto questo gesto «per coloro che non sono stati in grado di condividere chi sono veramente con i loro cari. Per favore continua a vivere nelle tue verità e sappi che sto inviando tanto amore nella tua direzione».

«Oggi è un giorno che sono così felice di condividere più della mia vita con tutti voi. Sono orgogliosa di farvi sapere che mi identifico come 'non binario', e da ora in poi cambierò ufficialmente il mio pronome in 'loro», ha detto. «Questo è avvenuto dopo molto lavoro di guarigione e autoriflessione -spiega la Lovato- Sto ancora imparando e entrando in me stessa, e non pretendo di essere un esperto o un portavoce. Condividerlo con voi ora mi porta ad un altro livello di vulnerabilità verso di voi». 

sabato 15 maggio 2021

Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi denunciati dai domestici per violenza e sfruttamento del lavoro irregolare

Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi sono stati denunciati per sfruttamento del lavoro irregolare e violenza domestica dai loro domestici. A sporgere denuncia è stata una coppia che lavorava presso la la loro lussuosa villa circondata dai boschi dell’Agro Veientano, non lontano dal Lago di Bracciano.

A riportare cosa sarebbe accaduto è Il Fatto Quotidiano che spiega come la vicenda sia arrivata al tribunale di Tivoli in seguito alla denuncia presentata. I due lavoratori italiani sarebbero stati mandati via dalla casa in modo improvviso dopo che per 8 mesi hanno lavorato senza avere alcun contratto. La coppia di lavoratori ha risposto all'annuncio di Carmen ed Enzo Paolo accettando di lavorare a partire dal 1 luglio presso la villa della coppia, di circa 450 mq, dove avrebbero dovuto occuparsi della casa e del giardino. 

Inizialmente lo stipendio prevede, oltre all’alloggio in due stanze, un compenso pari a 700 euro ciascuno, poi sceso a 500, senza busta paga e in contanti. Sette giorni su sette festivi compresi, senza ferie né malattia. Quando l'uomo ha chiesto a Turchi di metterlo in regola, il ballerino sarebbe andato su tutte le furie e lo avrebbe addirittura aggredito.

Carmen Russo, intervistata da Il Fatto, ha negato di conoscere la coppia inizialmente, poi ha spiegato che i due hanno lavorato per loro ma diverso tempo fa e aggiungendo che furono adeguatamente liquidati. Poi ha spiegato: «Non lo so perché se ne occupava il nostro commercialista, ma era tutto regolare», garantisce Carmen Russo, dando la sua versione dei fatti: «Penso che abbiamo a che fare con dei personaggi che cercano di caricare la situazione, tutto lì».

mercoledì 21 aprile 2021

Video di Beppe Grillo, parla Giuseppe Conte: «Rispetto per il lavoro della magistratura»

L'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte rompe il silenzio e interviene sul video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro.  «Ho avuto modo di parlare con Beppe Grillo in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi così delicati. Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto. 

È una vicenda che sta affliggendo lui, la moglie, il figlio e l’intera famiglia. Comprendo le preoccupazioni e l’angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, che vanno protette e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati, vale a dire la giovane ragazza direttamente coinvolta nella vicenda e i suoi familiari che sicuramente staranno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza.

In questa vicenda vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche. Con il Movimento 5 Stelle mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l’introduzione delle norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e a ispirare le nostre battaglie culturali».

martedì 6 aprile 2021

Helsa Hosk allatta in auto, va di moda… sui social

L'11 febbraio Helsa Hosk è diventata mamma di Tuulikki Joan, la bellissima bambina che ha avuto da Tom Daly. Un mese e mezzo dopo la modella è di nuovo sul set impegnata in uno shooting, ma le pause tra uno scatto e l'altro sono preziose e lei ne approfitta per rifugiarsi in auto ad allattare la sua bimba.

"Mamma al primo giorno di ritorno sul set, e guardate chi è venuta" scrive Helsa postando su Instagram le foto con la neonata attaccata al seno. E' radiosa, con gli occhi luminosi e il sorriso felice mentre stringe al petto la sua piccolina. Si è presa un momento di pausa dal lavoro, ma in auto ha dato il via a uno shooting (stavolta privato) con la neonata. Scatti che non sono piaciuti a tutti, tanto che la Hosk si è sentita in dovere di rispondere nelle Storie: "Trovo interessante la quantità di messaggi: li ho ricevuti da uomini che si sento offesi quando posti una foto in cui allatti... perché la cosa più naturale è così offensiva per voi? Il seno esiste proprio per poter allattare i nostri bambini".

Al suo corpo da neomamma e alle sue forme che sono cambiate durante la gravidanza, Helsa ha dedicato un pensiero speciale. Ha postato una foto in intimo trasparente, con l'addome rilassato in evidenza: "Al corpo femminile in continua evoluzione, alla pelle flaccida del mio stomaco, al piccolo dosso ancora lì, alle imperfezioni, i piccoli segni e i promemoria che hai portato la vita per nove mesi, ti apprezzo e ti amo. Mi dispiace di essere stata così cattiva con te a volte, sottolineando proprio le cose che ti rendono così bella e potente". Un bel messaggio di autoaccettazione, prezioso per tutte le mamme.

venerdì 26 marzo 2021

Simona Ventura torna su Rai2, ma non solo per Gioco

«Il passato è passato. Io non sono mai tornata indietro sia nei rapporti sia nel lavoro. La Tv cambia, nuovi device, il mondo digital in espansione, ma la tv generalista è sempre viva». Simona Ventura di nuovo in prima linea e a casa, visto che torna a Rai2 con Game of Games – Gioco Loco dal 31 marzo (prodotto da Blu Yazmine). «Ho fatto diversi voli pindarici in altre emittenti ma i grandi amori non finiscono». E SuperSimo lo fa spaziando e creando un nuovo format («mi piace fare da battistrada»).  

«Torno a fare la conduttrice che sono sempre stata – spiega – con entusiasmo e molto divertita da questo nuovo format che vede i vip, con cui mi trovo sempre a mio agio, mettersi al servizio delle persone comuni. Le cose facili non mi sono mai piaciute. Ho bisogno di essere sempre sollecitata dal rischio sennò mi spengo come una candela. Il Covid mi ha insegnato a non dare peso alle cose meno importanti, tipo chiacchere e polemiche. Vivo e lascio vivere».

Nelle prime puntate di Game of Games ci sarà un drappello dell’Isola dei Famosi, visto la presenza di Rosolino, Lamborghini e Rocca. «Noi abbiamo registrato a dicembre – sottolinea la Ventura – evidentemente sono piaciuti. L’Isola di quest’anno? Sono bravi perché non è facile fare un reality in diretta e in questo periodo. Comunque io non tornerei mai più all’Isola».

Il direttore di Rai2 Ludovico Di Meo ha ribadito che ha scelto Simona Ventura per la sua autoironia e di avere altri progetti con SuperSimo. «La nostra rete può e deve sperimentare, questo programma darà al pubblico anche un sorriso in più».

giovedì 25 marzo 2021

Caterina Balivo contro i maschilisti e di suo marito dice…

Caterina Balivo è un fiume in piena: contro il maschilismo, contro gli uomini che non si prendono cura della famiglia, contro un sistema che impone alle donne di pagare sempre il prezzo più alto. Intervistata dal settimanale F la conduttrice non fa sconti a nessuno, nemmeno al marito Guido Maria Brera: "Mi chieda se è maschilista: la risposta è no. Ma mi chieda se si scoccia quando il sabato sto tre ore al telefono per lavoro, mentre lui se ha impegni nel fine settimana esce e neppure avvisa: la risposta è sì".

"Che siano le donne a pagare il prezzo più alto è un dato di fatto", nota con amarezza Caterina che durante il primo lockdown si è trovata a dover scegliere tra la famiglia e il lavoro. "L’anno scorso ho dovuto interrompere con un mese di anticipo il mio programma, "Vieni da me". A maggio eravamo tornati in onda ma mio marito se n’è andato di casa: non poteva rischiare, per motivi suoi personali di salute, di essere esposto al contagio. Tre figli senza scuola, la diretta ogni giorno: non ce la facevo". 

Prendersi cura di Alberto, 8 anni, e Cora, 3 (oltre che di Costanza, 16, che Brera ha avuto da una precedente relazione) non è una passeggiata, soprattutto se l'ambiente lavorativo non aiuta. "Basterebbero gli asili nido: se le grandi aziende non li creano al loro interno, se non permettono di far entrare i figli per l’allattamento, come fa una donna a conciliare lavoro e maternità?", spiega la Balivo.

Ma il problema, secondo Caterina, è soprattutto culturale: "Finché la donna si vergogna di dire in ufficio ‘Ho il colloquio con la maestra’, finché l’uomo viene deriso perché va alla recita della figlia, culturalmente le cose non cambieranno mai". La sua situazione personale è un esempio perfetto: "Se voglio che Guido venga alla recita, devo dirglielo mesi prima. E sa come mi risponde? ‘Se non ho una cosa importante vengo’. Se non hai una cosa importante? Perché noi ci ammazziamo per esserci e loro no? Non lo accetto".

La ricetta per cambiare le cose, secondo la Balivo, è semplice e parte dall'educazione: "La verità è che anche i migliori sono uomini moderni ma maschilisti. Il prossimo step è avere uomini moderni e basta: io insegno a mio figlio che il padre dovrebbe occuparsi di lui esattamente come la madre".

mercoledì 16 settembre 2020

Fabrizio Corona fa delle avance a Barbara D'Urso ma commette una gaffe, lei risponde: «Salutami assoreta»

Fabrizio Corona fa delle avance a Barbara D'Urso ma commette una gaffe, lei risponde: «Salutami assoreta». Prima puntata di Live non è la D'Urso e il saluto iconico della padrona di casa è già stato utilizzato, anche se in modo scherzoso contro l'ex re dei paparazzi.



Dopo anni di bufera tra Barbara D'urso e Fabrizio Corona è pace fatta. A conferma di ciò, durante la diretta della prima puntata di Live non è la D'Urso la padrona di casa ha più volte preso le difese del paparazzo sottolineando in modo particolare il grande lavoro fatto con il figlio Carlos Maria.

«Carlos sta benissimo ed ha un attaccamento enorme per il padre - dice la D'Urso - ed è un amore reciproco, non si sono mai lasciati la mano e io questo a Fabrizio devo riconoscerlo».

Al termine del collegamento Fabrizio Corona ci prova simpaticamente con la D'Urso ma fa una gaffe clamorosa: «Prima di chiudere Barbara volevo dire che sei splendida, che sapere che hai 65 anni è incredibile. Quando ti ho visto ero meravigliato. Io sono single Barbara se vuoi sono disponibile». La D'Urso, prima precisa ridendo: «grazie ma di anni ne ho 63», poi prosegue e chiude con il suo saluto iconico: «Sono single anche io ma diciamo che sei troppo impegnativo, volevi fare, fare la cosa mediatica pure con me? Detto questo anche ciao ... Salutami assoreta!».

lunedì 27 luglio 2020

Topless in piscina e sport: ecco l'estate bollente di Barbara d'Urso

Dopo tanto lavoro sono finalmente iniziate le vacanze per Barbara d'Urso. Appena uscita dagli studi televisivi di Cologno, la conduttrice si è fiondata al mare e ha regalato cartoline bollenti ai suoi fan. Sdraiata nella piscina, senza la parte superiore del bikini, Barbara ha mostrato il suo fisico tonico modellato dalla danza, una dieta equilibrata e uno stile di vita sano. Uno scorcio sexy che ha fatto impazzire i follower.


Quest'anno la conduttrice ha rinunciato alle mete esotiche e ha scelto di giocare in casa. E per cercare un po' di refrigerio dalla calura si è tuffata in piscina, indossando solo le mutandine del costume e un cappello per proteggere la testa. "Troppo caldo #hot #colcuore", stuzzica lei su Instagram mostrando un topless (coperto) che manda in visibilio i fan.

giovedì 12 marzo 2020

Intanto, sento quanto sia enorme il gap tra me e il resto del mondo.


Leggevo un bel pezzo giorni fa, proprio mentre il mio presente stava mutando improvvisamente e radicalmente. “Aiuto, l’Apocalisse sta per arrivare a Roma”. A scriverlo è stata Simonetta Sciandivasci, una di quelle penne che amo e un po’ invidio, perché spesso mi fanno pensare “avrei voluto scriverlo io”.

E pure quel pezzo mi sarebbe piaciuto scriverlo qualche giorno prima che iniziasse la mia "quarantena", perché quando è arrivato sul mio pc, ero già qui, rinchiuso.

E quell’arguzia, quella capacità di trovare con leggerezza il focus della situazione, quell’analisi sensibile del privato e della comunità, non li sentivo più miei. Intendiamoci, l’articolo è superlativo e ne ho riso, anche perché da quando sto qui non faccio che condividere meme su Covid, quarantena, catastrofi e vedo solo disaster movie.

Un po’ come, mi perdonino il paragone irriverente, Falcone e Borsellino all’Asinara ridevano con barzellette sulla morte o battute sugli attentati che avrebbero potuto commettere contro di loro.

Ecco leggevo la mia brillante collega e avrei voluto invitarla a cena, ma non potevo. Perché sapesse raccontare anche quello. E mi sono reso conto che questo paese non sa parlarsi. Io, lei, altri giornalisti, attori, intellettuali abbiamo, avremmo detto più o meno le stesse cose. Io ridevo delle persone che saccheggiavano i supermercati nel penultimo week-end di febbraio. Con snobismo insopportabile. Dopo qualche giorno di quarantena, vi assicuro, non è che mi sia sentito troppo intelligente a cominciare a scongelare resti di cene risalenti al paleozoico.

Avrei voluto tanto essere in fila con loro e avere chili di viveri in avanzo, mascherine, non dover fare amuchine seguendo tutorial alla Mucciaccia o comprarle in ampolle del po da farmacisti usurai (9 euro per pochi decilitri!). No, ero troppo impegnato a ridicolizzarli sui social per andare a fare la spesa, anche una normale, non necessariamente da 1200 euro come quell’eroina all’Esselunga che ora invidio più dell’Atalanta ai quarti di Champions League.

Il Coronavirus è una livella, direbbe Totò. E a noi una livella manca. Che ci faccia sentire tutti cittadini allo stesso modo, che ci smettesse di fare la guerra tra poveri. L’ingenuo paranoico che dopo il secondo DPCM corre al Carrefour (tre giocatori del Napoli compresi) aperto 24 ore su 24 non è il mio nemico, né il mio bersaglio, ma uno che ha i miei stessi diritti e doveri.

Non è uno da deridere, ma da capire. Il problema è che non sappiamo più parlarci, osservarci, senza giudicarci immaginando già le condivisioni che avremo dalla nostra sapida battuta contro il povero cristo di turno. Non sto facendo il buonista, quello che corre a prendere il treno per tornare al paese o assalta il supermercato non è che si sforzi di capire me. Per questo votiamo partiti diversi, facciamo vite differenti, diamo diverso valore alle cose. Ma se ci sforzassimo di sentirci parte di una comunità, ora sarebbe diverso. Ora, forse, non avremmo permesso a governi di ogni colore di regionalizzare la Sanità e vedere crollare dal 1980 il numero di posti di terapia intensiva. Perché allora c’era la questione morale e di onestàh manco a parlarne, però quel sistema sanitario nazionale che massacriamo e che ora ci sta salvando il culo, lo hanno demolito perché nel frattempo noi cercavamo nemici immaginari altrove. E ci toglievano lavoro, sanità, soldi per l’istruzione (e quindi ricerca e ricercatori che ora ci sarebbero utili, sebbene rimaniamo tra i migliori come dimostrano le tre dottoresse dello Spallanzani che hanno isolato il virus a tempi di record: una di loro da precaria è diventata a tempo indeterminato, un miracolo che in Italia riesci a meritarti solo se sei in odore di Nobel, come ha fatto notare su Facebook il prof. Andrea Minuz).


Nel 1980 i posti per casi acuti erano 922 ogni 100.000 abitanti, oggi sono 275, solo nel 2000 erano ancora il doppio. Ora i respiratori li compriamo in Cina, facciamo appalti, li andiamo a prendere nelle aziende con l’esercito. Li avevamo già, li abbiamo polverizzati.

Ho visto troppe volte il meme o la battuta sul fatto che i nostri nonni presero il fucile e andarono sui monti a fare la Resistenza e a noi chiedono solo di rimanere sul divano davanti a Netflix. Bello, esilarante. Ma a me piacerebbe combattere questo nemico, uscire, aiutare. E invece no. Devo stare qui. Avere paura. Ed è dura, più di quanto si creda. Magari hai un figlio piccolo che non può giocare con uno dei genitori e non capisce. Anzi sì, capisce eccome. E lo vedi diventare grande, quando sorride e cerca di far ridere te, che ti senti in colpa perché qualcuno è stato irresponsabile con te e pure perché tu, invece, sei responsabile e non esci con lui a giocare. La guerra di trincea ha fatto vittime anche perché era alienante, ma questo in un meme non funziona.

Ecco, mi piacerebbe ci parlassimo, tutti. Raccontaste cosa fate e perché in questi giorni, cosa provate. Io proverò a farlo in questi giorni e settimane, perché questa pandemia sta riscrivendo in parte la mia grammatica emotiva, sentimentale, politica, sociale. E da “orso” mi rendo conto che ci manca, a me per primo, il confronto. Non mi pesa non dare baci, abbracci, strette di mano. Mai amato quanto fossero inflazionati questi gesti e sempre avuto problemi col contatto fisico con gli estranei. Ma ho scoperto che non sopporto il fatto che tutti stiamo lì a fare i giudici di X factor con le vite degli altri. E che non sappiamo più cosa sia l’empatia. Vedo la paura nelle parole che mi dite al telefono o scrivete.

Ora siamo noi quelli di cui hanno paura, “che portano le malattie”. Lo vedo persino in chi mi sta vicino che farà un’enorme fatica a invitarmi a cena nei prossimi mesi (per la mia sociopatia è una festa), a starmi vicino con serenità, a lavorare nella stessa stanza. Ora gli altri siamo noi. Ricordiamocela bene questa sensazione. Perché così una crisi, un’epidemia potrebbero diventare una seconda possibilità. Quella di diventare, anzi tornare ad esseri umani. O di precipitare definitivamente laddove eravamo già diretti. Verso il fondo, e poi ancora più giù.

lunedì 15 maggio 2017

Laura, 24 anni, va al concorso di bellezza come giornalista, ma finisce per vincerlo

Da giornalista a reginetta di bellezza il passo è stato breve per Laura Gooderham, cronista de “Il Grimsby Telegraph”, vincitrice per caso di un concorso a cui era andata per lavoro.
La giovane professionista inglese di 24 anni doveva coprire l’evento “Miss Great Grimsby” per il suo giornale, ma una volta arrivata lì è stata invitata a partecipare come concorrente.
Qualcuno l’ha beccata all’ingresso chiedendole perché non fosse ancora pronta e l’ha buttata per caso nella mischia.
Prevenuta, aveva sempre pensato che i concorsi di bellezza fossero un modo per mettere le donne una contro l’altra, ma ora sostiene che si tratta di contesti in cui si raccolgono fondi per i più bisognosi e ci si diverte.
Ora di diritto sarà candidata per “Miss England” nel mese di luglio. “Ci sarà molto lavoro da fare, chiunque voglia sapere qualcosa sui concorsi mi contatti perché sono esperta”, ha dichiarato alla stampa.

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